Violenza e vandalismo non hanno passaporto
Insieme Possiamo “desidera innanzitutto esprimere l’inequivocabile condanna per gli atti di violenza vandalica che hanno colpito beni pubblici e privati nelle prime ore di domenica mattina a Sansepolcro e ringraziare le forze dell’ordine che sono intervenute.
Allo stesso tempo vorremmo dare un piccolo contributo nel riportare il dibattito pubblico nei giusti binari, prendendo atto della piega sbagliata che lo stesso sta prendendo dopo che alcune forze politiche hanno provveduto a fomentare la vicenda con il misero scopo del consenso elettorale. Proporre di portare in piazza la gente in nome della sicurezza, se detto da coloro che si ritrovano nelle piazze a fare i saluti romani o da coloro che hanno come rappresentanti istituzionali parlamentari le cui pistole sparano casualmente nella notte di capodanno, rasenta il ridicolo. Il richiamare continuamente le origini non italiane da parte del colpevole individuato è ancora una volta un elemento di superficialità. La violenza non ha passaporto e discutere di integrazione senza proporre neppure mezza idea per favorirla significa semplicemente strumentalizzare un grave fatto di cronaca.
L’episodio di domenica mattina è la punta di un iceberg di problemi sociali che colpiscono la “civiltà” europea e, di conseguenza, la sempre più piccola, anagraficamente parlando, Sansepolcro non ne è immune. Rispondere alla violenza con la violenza serve solo ad innescare nuova aggressività e scavare ulteriori solchi sociali. La metà delle nascite a Sansepolcro è costituita da bambini con almeno un genitore straniero e ormai una sempre più ampia fetta di popolazione della città ha origini non locali. Riteniamo che anche un episodio come quello accaduto nelle scorse ore dovrebbe aiutare a farci chiedere e capire come meglio rapportarsi tra gli abitanti di uno stesso territorio non partendo dal presupposto di dove questi siano nati.
Due, secondo noi, sono gli aspetti su cui lavorare al fine di ridurre la possibilità che in futuro possano ripetersi problematiche simili. La prima è che la carenza di sicurezza è sicuramente dovuta al limitato numero di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, ma anche a qualche limite organizzativo perché è incomprensibile come l’intervento che ha messo fine al vandalismo sia avvenuto quando ormai mezza città era stata devastata. In secondo luogo lavorare sul cercare di fermare il baratro in cui questa città sta lentamente sprofondando. Un città viva, attenta e meno fondata sull’individualismo diminuisce drasticamente le probabilità che certi soggetti possano intraprendere percorsi di devianza. Questa crisi sociale, torniamo a ripeterlo, non colpisce in base al passaporto che si ha in tasca e gli episodi di cronaca locale, soprattutto legati allo spaccio di droga e il consumo di sostanze stupefacenti, lo confermano. Sarebbe un mondo migliore se anche la politica istituzionale e quella partitica affrontassero il tema in modo più utile per tutti e non solo enfatizzando la deprecabile violenza”.