Bilancio Arpat in commissione, Marchetti (FI): “L’Agenzia si apra a progetti e attrazione di nuove risorse”

Con spese per il personale che incidono per il 71% sul bilancio, un utile risicato più altri oneri per l’acquisto di servizi in larga misura ancora legati a risorse umane col ricorso a tecnici di laboratorio esterni, Arpat non può andare in commissione ad arroccarsi sulla carta dei servizi. Bisogna che l’Agenzia, che svolge compiti essenziali per la collettività, apra le proprie energie verso un maggiore sforzo di progettazione finalizzato all’attrazione di nuove risorse e di fondi europei. Altrimenti è condannata a rimanere seduta su se stessa finendo per divenire un peso. Non va bene“: questa l’idea del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Maurizio Marchetti a margine della seduta della Commissione Ambiente in cui era all’ordine del giorno anche la proposta di legge 511 (“Approvazione del Bilancio preventivo economico annuale per l’esercizio 2019 e il bilancio pluriennale 2019-2021 di Arpat“).

Siamo dinanzi a un bilancio in pareggio in cui però si registrano un costo del personale che grava sui conti per il 71%“, elenca Marchetti, “mentre si verifica un aumento dei costi per l’acquisto di servizi e l’attivazione di comandi. La richiesta che non ci si sieda nel recinto delle risorse regionali pensando solo a spendere quelle, ma ci si sforzi di elaborare progetti in grado di attingere finanziamenti europei non è peregrina, e il direttore dell’Agenzia non può liquidarla trincerandosi dietro l’attività istituzionale che assorbirebbe ogni energia. Male, vuol dire che le energie sono mal gestite attraverso scelte di governance non improntate a efficienza ed efficacia. Attingere a finanziamenti europei in misura tanto residuale in una materia come la tutela e protezione ambientale appare quasi inverosimile. Forse serve più cimento per scansarli, i fondi europei per l’ambiente, che ad attingervi“.

Il capogruppo azzurro in Consiglio Regionale invita a cambiare registro: “le risorse regionali o degli enti locali non sono un pozzo senza fondo. Se vuole andare avanti e crescere, l’Agenzia deve aprirsi a nuovi orizzonti liberando le proprie energie e i saperi di cui è portatrice per aiutarsi un po’ da sé. Lo spettacolo andato in scena oggi in Commissione con la frizione tra presidenza dell’organismo consiliare e direzione dell’Agenzia non è un bel vedere, questo è chiaro. Tuttavia, il futuro di agenzie regionali preziose come Arpat deve essere non solo nella gestione dei costi, ma anche nella ricerca di maggior produttività. La progettazione è il presupposto essenziale per intercettare più fondi e risorse e questo va fatto“.

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