Peste suina africana, attenzione alta: attivata l’unità di crisi regionale
Dopo che in Piemonte e Liguria sono saliti a 114 i Comuni già inseriti dal Ministero della salute nella “zona infetta” e d’intesa con il Ministero delle politiche agricole ha emanato il divieto di caccia in provincia di Alessandria, è massima l’attenzione anche nella nostra Regione.
Mentre è allo studio un’ordinanza per mettere in atto le procedure e i protocolli necessari nelle zone limitrofe alle zone a rischio coincidenti con la provincia di Massa-Carrara, la Toscana ha attivato l’unità di crisi sanitaria per le emergenze epidemiche che riunisce Asl, Istituto zooprofilattico e Regione, sia a livello regionale che locale (provincia di Massa-Carrara).
Da subito, nella provincia apuana, prima iniziativa di questo genere in Italia, l’assessorato regionale al diritto alla salute e quello all’agricoltura e alla caccia avvieranno un’operazione di sorveglianza passiva grazie alla quale gli operatori, coordinati dalle locali ATC e dall’Asl Nord Ovest, con apposito kit distribuito dalla Asl per operare in biosicurezza, avranno il compito di cercare e segnalare sul territorio carcasse di cinghiale e analizzarle. L’obiettivo è il tempestivo riscontro dell’infezione.
Ieri intanto in Regione, in una riunione alla presenza degli assessori all’agricoltura Stefania Saccardi e al diritto alla salute Simone Bezzini, è stato avviato il percorso di costruzione di una task force (che vedrà coinvolti gli uffici delle direzioni sanità, agricoltura, ambiente e protezione civile) che sarà riunita in forma permanente e si confronterà con le Forze dell’ordine, gli Enti parco e le associazioni di categoria agricole e venatorie.
Da tempo la Regione Toscana sta monitorando l’evoluzione del pericolo PSA e sta agendo con misure di contenimento. Tra queste, il recente bando da 4 milioni di euro dell’assessorato all’agricoltura, destinato alla realizzazione di idonee recinzioni in grado di limitare le interazioni fra i suini allevati e gli ungulati selvatici (principalmente cinghiali) potenziali vettori di peste suina africana.
L’estate scorsa, su iniziativa dell’assessorato al diritto alla salute, è partito un percorso di approfondimento sulla sorveglianza e la prevenzione della diffusione di PSA con le forze dell’ordine, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, i direttori della sanità animale delle Asl e i responsabili dei settori regionali competenti perché ciascuno, secondo la sua professionalità, possa aver modo di rafforzare il proprio ruolo in una rete di prevenzione, controllo e di lotta contro questo rischio sanitario.
Da qui sono partite una serie di iniziative di formazione e informazione sulla gestione delle emergenze epidemiche di peste suina africana. A cominciare dai corsi di formazione organizzati dall’assessorato al diritto alla salute in collaborazione l’assessorato all’agricoltura e le Asl toscane, su base provinciale, rivolte a cacciatori, ATC e polizie provinciali.
Insieme al settore faunistico regionale, Asl e Istituto zooprofilattico sono stati poi preparati corsi di informazione e formazione rivolti ai capisquadra delle squadre di caccia al cinghiale e, sempre in estate, si sono tenuti corsi di informazione destinati agli allevatori e ai Consorzi di tutela del marchio.
A settembre in provincia di Arezzo è stata avviata, infine, un’esercitazione insieme alle ATC toscane con simulazione sul campo per la ricerca di carcasse di cinghiali.
Peste suina africana: caccia al cinghiale sospesa in provincia di Massa Carrara
Scritto da Tiziano Carradori
L’attività venatoria vagante con l’ausilio del cane, quella collettiva al cinghiale e l’attività di controllo e contenimento del cinghiale eseguita in modalità collettiva sono sospese fino a tutto il 31 gennaio nell’intera provincia di Massa Carrara, cioè nel territorio che corrisponde all’Atc (Ambito territoriale di caccia) numero 13.
E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal presidente Giani allo scopo di contenere la peste suina africana, i cui primi casi si sono registrati all’inizio dell’anno in provincia di Alessandria e poi in Liguria, vicino ai confini regionali.
Il virus della Peste suina africana rappresenta un serio rischio epidemico per i suini allevati determinando, date le caratteristiche, un elevato indice di morbilità e mortalità con conseguenze dirette ed indirette sulle produzioni della filiera regionale. E’ per questo che si rende necessario controllare la diffusione della malattia nei cinghiali anche per proteggere i suini allevati.
L’ordinanza, oltre a sospendere l’attività venatoria prevede anche il rafforzamento della sorveglianza passiva attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle
carcasse di cinghiale, prioritariamente nella Provincia di Massa Carrara.
Al tempo stesso nell’intera area viene incoraggiata e accelerata la macellazione dei suini negli allevamenti familiari e saranno intensificate e rafforzate la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili e verificate le condizioni di biosicurezza degli allevamenti.
In seguito l’ordinanza potrà essere reiterata in base alla situazione epidemiologica.