Poste, il Consiglio regionale contro ulteriori ipotesi di privatizzazione

Il Consiglio regionale contro ulteriori ipotesi di privatizzazione di Poste Italiane S.p.a. Approvata in aula – con il voto della maggioranza, quello contrario di FdI e la non partecipazione al voto della Lega – una mozione presentata dal gruppo Pd, primi firmatari i consiglieri Valentina Mercanti e Vincenzo Ceccarelli.

«Noi siamo assolutamente contrari ad una privatizzazione delle Poste – dichiara Ceccarelli – vista l’importanza che storicamente questa azienda riveste sui territori. Già oggi, con lo Stato che detiene il controllo della quota di maggioranza siamo costretti a fronteggiare una politica aziendale che punta a privilegiare il profitto, rispetto al ruolo sociale e di servizio che ha sempre svolto sui territori. Da questo nasce la mozione che hanno proposto e che oggi è stata approvata in aula».

L’atto, ribadita l’assoluta contrarietà alla privatizzazione di Pt, impegna la giunta regionale ad “attivarsi nei confronti del Governo e del Parlamento, chiamato tramite le competenti commissioni ad esprimere parere sullo schema di decreto in oggetto, affinché qualora il Governo decidesse di dare attuazione alle procedure di alienazione previste dal decreto, si mantenga, imprescindibilmente, una partecipazione maggioritaria, anche indiretta, da parte dello Stato nel capitale di Poste Italiane S.p.A. con l’obiettivo, come è scritto nella mozione “di preservare l’accesso universale ai servizi con particolare riferimento ai territori più marginali, garantire l’inclusione sociale, sostenere la coesione territoriale e tutelare i livelli occupazionali; in tale contesto, anche alla luce dei positivi risultati in termini economico-finanziari raggiunti progressivamente dall’azienda, si consideri la possibilità di diversificare, rinnovare e implementare i servizi offerti alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e ai cittadini – espandendo quanto già offerto nel campo digitale, della logistica e dei servizi finanziari – oltreché di esplorare nuovi settori al fine di aumentare la competitività dell’azienda e consolidare la posizione di Poste Italiane quale punto di riferimento nell’offerta di servizi essenziali per la comunità”.

«Gli uffici postali – ha detto Mercanti presentando la mozione in aula – rappresentano un punto di riferimento centrale per le comunità locali, soprattutto nelle aree interne, marginali e periferiche, ed il cui mantenimento è essenziale per garantire l’inclusione sociale ed economica di tutti i cittadini, con particolare riferimento alla popolazione anziana. Se il governo deciderà di portare avanti il nuovo piano di alienazione di quote detenute dal MEF, sarà essenziale che lo faccia senza compromettere la presenza e l’accessibilità degli uffici postali, che già sconta forti criticità in diverse realtà territoriali, acuite durante la fase pandemica a causa di progressive razionalizzazioni portate avanti, spesso, proprio a discapito dei piccoli centri, come sappiamo bene anche in Toscana. Inoltre è necessario, che in tutte le fasi procedurali sia data centrale importanza alla sicurezza occupazionale dei lavoratori del settore, con gli eventuali impatti sull’occupazione e sulle condizioni lavorative che devono essere attentamente valutati e gestiti per evitare, in ogni caso, conseguenze negative per i dipendenti».

«Nel corso di questi anni, come Regione Toscana – spiega il capogruppo Ceccarelli – abbiamo sempre sostenuto i Comuni toscani nel confronto con i vertici di Poste Italiane, a difesa dei diritti dei cittadini, soprattutto quelli residenti nelle aree interne, montane e insulari. Se la privatizzazione fosse realizzata pienamente, Poste Italiane diventerebbe un’azienda puramente commerciale, con l’unico scopo di fare utili, mentre noi siamo convinti che quello postale sia un servizio pubblico fondamentale».

«Dispiace – concludono Mercanti e Ceccarelli – che alle ripetute prese di posizione di alcuni esponenti dell’opposizione su questo tema non sia seguito un voto coerente a favore della nostra mozione, che non contiene toni polemici nei confronti del governo ma solo contenuti sicuramente condivisi dalla gran parte dei cittadini che rischiano di vedersi privare di un servizio importante. Occorre essere coerenti, non si può chiedere strumentalmente alla Regione di pretendere che Poste mantenere gli uffici postali con i territori, quando le risposte devono venire dal Governo».

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