Povertà in Toscana, 121mila persone in difficoltà. Ecco quanto pesa l’emergenza Covid

L’assessore sintetizza i contenuti del quarto rapporto sulle povertà in Toscana, curato dall’Osservatorio regionale in collaborazione con Anci Toscana e del “Dossier sulle povertà nelle diocesi toscane – anno 2020” di Caritas Toscana. Entrambi questi strumenti sono stati presentati oggi a Firenze nel corso di un evento online organizzato dall’Osservatorio e da Anci Toscana.

“Se confrontiamo i numeri assoluti del 2019 con quelli del 2020”, dichiara Spinelli, “notiamo che l’emergenza coronavirus produce in Toscana un aumento delle persone sotto la soglia della povertà di circa 16mila unità: si passa infatti da 105.000 del 2019 a 121.000. Un dramma, certamente, ma contenuto e arginato fino a questo momento dall’insieme di ammortizzatori sociali, contributi, ristori, dal rilancio delle assunzioni in comparti fondamentali del pubblico impiego, dal blocco dei licenziamenti. Politiche che hanno concretamente frenato l’aumento della povertà. A questo in ambito regionale si sono aggiunte importanti misure di intervento già promosse e altre previste per corrispondere agli effetti sociali dell’emergenza sanitaria e per sostenere la rete dei servizi territoriali e il terzo settore”.

I pericoli maggiori secondo l’assessore sono nell’anno in corso, in cui si concentreranno gli effetti della congiuntura economica: “Nel 2021 le stime presentate oggi parlano di 58mila persone che, pur non trovandosi nella condizione della povertà, in assenza delle misure sopra richiamate vedrebbero aumentare la probabilità di un peggioramento delle proprie condizioni di vita al punto da cadere sotto la soglia di povertà. La pandemia aumenta in maniera consistente il rischio per fasce della popolazione finora non esposte a tale pericolo e impone a tutte le istituzioni coinvolte di interrogarsi sull’adeguatezza delle risorse e degli strumenti a disposizione per rispondere al bisogno crescente”.

L’anno del Covid

La presentazione del rapporto sulle povertà in Toscana e del dossier Caritas è un momento di riflessione sulle dinamiche relative a questo complesso fenomeno e consente di monitorare nel tempo la sua evoluzione. In quest’anno incomparabile con tutti gli altri a causa del virus gli estensori, invece di analizzare il 2019, hanno deciso di offrire un’immagine attuale e in divenire degli effetti sociali dell’emergenza sanitaria sulle fasce più deboli della popolazione.

Brutti numeri

La povertà assoluta è misurata confrontando il reddito familiare con le soglie di povertà assoluta, stimate dall’Istat per area geografica, tipologia di comune e caratteristiche familiari – numerosità ed età dei componenti -. Su queste basi 121.000 persone in Toscana vivono sotto la soglia di povertà; significa il 5,4% della popolazione. Erano 106.000 (5,2%) nel 2019.

L’avvento del Covid-19 ha però rischiato di far salire esponenzialmente il dato. Nella prima fase del lockdown la percentuale di poveri è salita addirittura al 9%, interessando 227mila individui, per poi tornare a scendere grazie agli strumenti messi in atto fino al 5,4% finale.

Chi sono i “poveri” in Toscana

Al di sotto della soglia di povertà si trovano soprattutto persone giovani: il 55% ha meno di 35 anni. La situazione di indigenza tocca in misura maggiore le famiglie di immigrati – 17,2% dei casi – e quelle numerose – il 15% di quelle con almeno cinque componenti -. A livello territoriale le maggiori criticità si riscontrano nelle aree urbane, lungo la costa e nel sud della regione.

Pandemia e lavoro

Nel 2020 ogni toscano ha mediamente prodotto 3.400 euro di reddito in meno, un dato che corrisponde secondo i ricercatori a una caduta del Pil di 11 punti. Questa situazione non ha avuto effetti diretti sull’occupazione grazie alla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti. Stando ai rilievi statistici illustrati stamani, nel 2020 ciascun toscano ha perso mediamente come reddito disponibile, in termini di potere d’acquisto, 730 euro e ogni famiglia 1.600 euro. I redditi da lavoro autonomo sono scesi (-10%) più di quelli da lavoro dipendente (-5%), i giovani hanno subito cali più consistenti (-6%) degli Over 50 (-4%). I ricercatori hanno evidenziato che l’emergenza Covid ha però toccato molto duramente le fasce deboli della popolazione. Il lockdown ha avuto un effetto amplificatore della disuguaglianza, allargando la forbice tra ricchi e poveri.

I “nuovi poveri”

Sono 19.310 le persone che si sono rivolte ai servizi delle Caritas toscane per chiedere in varie forme aiuti alimentari, economici, sostegni educativi o altro nei primi nove mesi del 2020. Circa i quattro quinti (83,5%) dei 23.139 incontrati in tutto il 2019 e il 33,7% di loro – uno su tre, corrispondenti a 6.563 nuclei – sono famiglie che non si erano mai rivolte ad un centro d’ascolto prima del 10 marzo, data del primo lockdown. Anche se il ritmo d’incremento restasse costante fino al termine del 2020 (ma è lecito supporre che in realtà sia aumentato in conseguenza delle nuove restrizioni), a fine dicembre si arriverebbe a oltre 8.500 nuclei che hanno chiesto sostegno per la prima volta ai servizi degli uffici pastorali della diocesi toscane, quasi tutti successivamente al 10 marzo.

Un monitoraggio effettuato dalla Caritas permette anche di capire chi siano questi “nuovi poveri”. Secondo il questionario una significativa richiesta di aiuto è arrivata da parte di disoccupati che erano già senza lavoro prima della pandemia ma che, magari, riuscivano a sopravvivere grazie al sostegno dei congiunti (i genitori piuttosto che il coniuge o i fratelli), adesso anch’essi ritrovatisi in una situazione di difficoltà economica. Ma soprattutto sono entrati nella fascia di povertà lavoratori della cosiddetta area grigia, un po’ borderline fra il precariato e il sommerso e, ancora, lavoratori autonomi costretti a fermarsi causa lockdown e dipendenti che non avevano ancora percepito la Cassa Integrazione Guadagni o l’avevano ricevuta con notevole ritardo.

Gli interventi regionali per la lotta alla povertà

Fondo Sociale Europeo

Nel 2020 sono stati finanziati e avviati i progetti per l’accompagnamento al lavoro delle persone nell’area disabilità e salute mentale per 13,9 milioni e poi sono stati investiti recentemente 30 milioni per contributi affitti, aiuti alimentari e sostegno domiciliare. Nel 2021 sul Fondo Sviluppo e Coesione saranno promossi due nuovi avvisi per progetti di inclusione sociale per più di 24 milioni.

Fondo di Solidarietà Interistituzionale

La Regione nel 2020 ha interamente dedicato in via straordinaria al tema dell’emergenza sanitaria il Fondo di Solidarietà Interistituzionale previsto dalla L.r. 41/2005 a favore delle 26 Zone Distretto, stanziando tre milioni per azioni e servizi territoriali volti a rispondere alla grave crisi socioeconomica indotta dalla pandemia.

Interventi per aiuti alimentari

Nel 2020 tre milioni sono stati assegnati in via eccezionale dalla Regione a Zone Distretto e Società della Salute per l’attivazione del servizio spesa a domicilio a sostegno di anziani fragili, a integrazione delle analoghe misure promosse nello stesso periodo a livello nazionale e rivolte a tutti i comuni italiani.

Il terzo settore

La Regione Toscana ha fortemente sostenuto in sede di confronto Stato-Regioni la destinazione finalizzata dei contributi a favore delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, impegnate sul territorio in interventi e azioni a supporto delle persone e dei nuclei familiari coinvolti nell’emergenza epidemiologica, stanziando complessivamente oltre 7,7 milioni.

La cabina di regia regionale

Nel corso del 2020 è stata sviluppata una cabina di regia regionale per il coordinamento delle azioni in materia di inclusione sociale e lotta alla povertà. Nata anni fa per integrare le misure del reddito di cittadinanza, è stata rinnovata con l’obiettivo di promuovere il più ampio raccordo tra le diverse linee di intervento di livello nazionale, regionale e locale e i vari ambiti di governo territoriale in materia di contrasto alla povertà.

Articoli correlati