Rifiuti, obiettivi e gestione in Toscana. Libero mercato per gli “speciali”. Il dibattito

Per i rifiuti speciali, il piano lascia la gestione al “libero mercato” come stabilito dal Codice dell’Ambiente. La Regione Toscana ha ricevuto circa quaranta manifestazioni di interesse da parte di gestori privati, con sei impianti già realizzati o in fase di realizzazione e 12 impianti in attesa di autorizzazioni. Altri 15 hanno previsto di presentare richieste in futuro. Per quanto riguarda la localizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti urbani, il piano regionale non specifica i luoghi esatti, lasciando questa decisione alle tre Autorità per il servizio di gestione dei rifiuti urbani (Ato). Queste autorità dovranno approvare i piani di ambito entro 180 giorni dall’approvazione definitiva del piano dei rifiuti, indicando dove saranno situati gli impianti. La costruzione dei nuovi impianti potrebbe iniziare intorno al 2028, nel frattempo si continuerà a utilizzare quelli già esistenti. L’adozione del piano darà il via a una fase di raccolta delle osservazioni che durerà circa due mesi, prima dell’approvazione definitiva del piano.
Il piano regionale dei rifiuti
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec) è il principale strumento di indirizzo, programmazione ed attuazione delle misure per assicurare la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e sviluppare concretamente azioni di economia circolare. Riferimenti normativi Come stabilito dal decreto legislativo 152 del 2006 sulle “Norme in materia ambientale”, le regioni provvedono all’aggiornamento del Piano almeno ogni sei anni, definendone puntualmente gli specifici contenuti. Ulteriore riferimento normativo è la legge regionale 25 del 1998, “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”, che declina le direttive europee e nazionali e disciplina gli ambiti di attività connessi al ciclo dei rifiuti. Ai sensi della legge regionale 65 del 2014 il Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati costituisce altresì atto di governo del territorio, in coerenza con gli altri strumenti di programmazione nazionale e regionale, quali il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), il Programma regionale di sviluppo (Prs) e il Piano di indirizzo territoriale (Pit).
Iter di formazione
Una volta esaurita la fase di avvio del procedimento è stata formulata la Proposta di Piano che, dopo specifico percorso partecipativo, è stata presentata in Consiglio regionale per la sua adozione; successivamente, esaminate le osservazioni che chiunque può presentare nei 60 giorni successivi alla pubblicazione del piano adottato sul Burt, si procederà alla formulazione finale del Documento di Piano ed alla sua approvazione definitiva, sempre da parte dell’Assemblea regionale. Di seguito i passaggi che hanno caratterizzato la fase di avvio: il 6 dicembre 2021, con Documento di Giunta, è stata approvata l’informativa preliminare al piano e quindi disposto il suo inoltro al Consiglio regionale; con deliberazione di Giunta regionale, sempre del 6 dicembre 2021, è stato approvato anche il Documento di Avvio del procedimento per l’approvazione del Piano; infine, il 19 dicembre 2021, è stata trasmessa comunicazione alle autorità e ai soggetti competenti in materia ambientale, per l’avvio del procedimento di Valutazione ambientale strategica (Vas) del Prec.
Obiettivo generale
Il Piano, coerentemente inquadrato nel contesto generale di transizione ecologica ed indirizzato ai principi di economia circolare, si caratterizza per la riduzione della produzione dei rifiuti, attraverso una gestione finalizzata all’allungamento della vita della materia attraverso il riuso, il riciclo e il reimpiego nei processi produttivi, nel contesto di una complessiva minimizzazione degli impatti e di un sempre minore ricorso allo smaltimento. Il Prec definisce la pianificazione dei rifiuti urbani, disciplinandone il ciclo complessivo di gestione (dalla raccolta allo smaltimento), e programma la gestione dei rifiuti speciali, assicurando l’applicazione dei principi generali di tutela ambientale e della salute.
Obiettivi specifici
In sintesi i principali obiettivi strategici del Piano: riduzione dei rifiuti urbani del 5 per cento (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (Rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75 per cento di Rd al 2028 e nel lungo periodo dell’82 per cento di Rd al 2035. Autosufficienza e sostenibilità del sistema gestionale saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall’anno 2028; conseguentemente nel periodo di vigenza del Piano (2023 – 2028) si dovrà fare ricorso all’impiantistica esistente. Nella fase transitoria perciò – che come detto coincide con l’arco temporale di vigenza del Piano – l’obiettivo è assicurare la sostenibilità del sistema attraverso il graduale incremento delle raccolte differenziate e del recupero/riciclo, la tendenziale riduzione dei conferimenti in discarica e la progressiva riduzione dello smaltimento.
Processo partecipativo
In merito allo svolgimento del procedimento ed acquisizione dei contributi sui contenuti del Piano, una volta trasmessa al Consiglio regionale l’Informativa preliminare, l’Aula ha approvato due risoluzioni: la 173 del 23 febbraio 2022, che impegnava l’esecutivo a proseguire il percorso di formazione del Prec attraverso: promozione dell’economia circolare ed aumento della raccolta differenziata fino all’80 per cento e del riciclo della materia fino al 65 per cento entro il 2030; contrarietà all’apertura di nuove discariche; sistema tariffario sostenibile per i cittadini e le imprese; adeguata dotazione impiantistica basata su tecnologie green e pienamente affidabili; necessario rafforzamento della dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti speciali; informazione periodica al Consiglio regionale e in particolare alla Commissione consiliare competente. Con l’altra risoluzione, la 175, sempre del 23 febbraio 2022, il Consiglio regionale impegnava l’esecutivo: a sviluppare ogni decisione inerente al Prec in maniera “trasparente e pubblica”; a ribadire l’urgenza dell’approvazione di un piano efficace e innovativo, dentro una logica di transizione energetica, con adeguata dotazione impiantistica in un quadro di partecipazione; a valutare, come luoghi ideali dove programmare e prevedere la realizzazione di impianti, le aree industriali dismesse del territorio, tenendo conto della possibilità di riqualificare zone abbandonate o degradate; a prevedere ogni dotazione impiantistica tecnologicamente avanzata in grado di garantire la piena autosufficienza regionale.
Avviso pubblico esplorativo
In stretto collegamento con il percorso formativo del Piano, la Giunta regionale – nel novembre 2021 – ha approvato un Avviso pubblico esplorativo per raccogliere manifestazioni di interesse, da parte di soggetti pubblici e privati, per la realizzazione, l’ammodernamento, il potenziamento o la messa a disposizione di impianti di riciclo e recupero di rifiuti urbani e prodotti dal trattamento degli stessi. La finalità dell’Avviso era quella di avere a disposizione un quadro conoscitivo sulle potenzialità impiantistiche esistenti o da realizzare, che possano rispondere alle esigenze di trattamento del ciclo rifiuti su scala regionale, ed assicurarne la chiusura secondo una logica di economia circolare. Il termine per la presentazione delle proposte è scaduto lo scorso 31 marzo.
Risultati dell’Avviso e illustrazione in Consiglio
Le manifestazioni di interesse presentate sono state 41, di cui 39 risultate coerenti. Gli esiti della valutazione di coerenza sono stati presentati nel maggio 2022 in Consiglio regionale, che ha provveduto all’approvazione di ulteriori due risoluzioni: la risoluzione 191, che esprimendo apprezzamento per l’esito dell’Avviso pubblico esplorativo e per la disponibilità manifestata dalla Giunta regionale, impegna l’esecutivo a proseguire nel percorso di formazione del Piano, con l’obiettivo di arrivare ad una proposta impiantistica, basata su tecnologie affidabili e a basso impatto ambientale, in grado di garantire la piena autosufficienza regionale e un sostanziale equilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti. E la risoluzione 192, che impegna l’esecutivo regionale a proseguire con il percorso positivamente intrapreso, attraverso la condivisione di ogni passaggio con il Consiglio regionale e la Commissione competente, nonché con il coinvolgimento di enti locali, parti sociali, categorie economiche, ordini professionali, associazioni e cittadinanza, per definire un Piano dell’economia circolare che, anche da un punto di vista energetico, possa offrire un contributo importante sia ai cittadini che alle imprese del territorio, determinando nuove opportunità di produzione di energia e gas attraverso lo smaltimento dei rifiuti, e favorendo perciò una equa riduzione dell’imposizione tariffaria.
Incontri pubblici
Il percorso di informazione e partecipazione – integrato dall’attività svolta dal Garante dell’informazione e della partecipazione attraverso la pubblicazione sulla propria pagina web regionale degli atti e della documentazione sul procedimento – si è caratterizzato inoltre per alcuni incontri svolti on line, con l’obiettivo di consentire agli interessati (imprese, cittadini, istituzioni…) di poter acquisire direttamente le informazioni necessarie. Nel corso di tali incontri sono intervenuti rappresentanti di enti locali, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), sindacati, associazioni di imprese, gestori dei servizi pubblici, associazioni ambientalistiche, oltre a singoli cittadini. Sono stati acquisiti ben 138 pareri e tutti i contributi ricevuti sono stati opportunamente registrati e valutati, ai fini della predisposizione della proposta di Piano.
Macrotemi emersi
In occasione di questi interessanti momenti partecipativi sono emerse diverse macro-tematiche: strategie e iniziative per la riduzione della quantità dei rifiuti; cambiamento culturale da promuovere in tema di Raccolta differenziata (Rd), con previsione di premialità sulla Tassa sui rifiuti (Tari) e di Rd domiciliare in tutta la Toscana; contrarietà a nuovi termovalorizzatori e individuazione di un crono-programma realistico degli impianti finali esistenti così da garantirne l’autosufficienza; previsione di impianti di economia circolare funzionali ai distretti presenti sul territorio (ad esempio impianti di recupero e riciclo di scarti a Prato, impianti di recupero e riuso di metalli preziosi ad Arezzo); identificazione di aree per i nuovi impianti, lontane da quelle urbanizzate e in zone già dotate di infrastrutture, da ricavarsi esternamente alle aree degli Enti Parco; e valutazione della proposta di piano “Toscana rifiuti zero”.
Verifica di conformità al Pit-Ppr
Nel rispetto dei contenuti delle linee guida per la conformità dei Piani di settore regionali al Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico regionale (Pit-Ppr), è stata effettuata la verifica di conformità del Prec, conclusasi con esito positivo. Conclusione del percorso di formazione del Prec La proposta di piano è stata altresì oggetto di una serie di ulteriori verifiche: da parte degli uffici competenti per i processi strategici; del Comitato di direzione in due sedute. Infine, in data 5 dicembre 2022, si è tenuto il tavolo di concertazione istituzionale.
Approfondimento in commissione Ambiente
La commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, guidata dalla presidente Lucia De Robertis, ha lavorato alacremente a partire dallo scorso mese di maggio, effettuando una serie di audizioni e consultazioni, da fine maggio ad inizio agosto, con soggetti istituzionali e non, che si sono concluse nella seduta del 2 agosto con l’intervento dell’assessora regionale Monia Monni. Elaborati del Piano La proposta di Prec è costituita dai seguenti elaborati: relazione al Piano regionale gestione dei rifiuti, composta dai seguenti allegati: inquadramento normativo ed economico, quadro conoscitivo dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, programma di riduzione dei Rifiuti urbani biodegradabili (Rub), programma di prevenzione dei rifiuti, programma di gestione dei rifiuti da imballaggi, programma decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti Policlorobifenili (Pcb), e schede impianti; relazione al piano regionale delle bonifiche dei siti inquinati; sezione valutativa; rapporto ambientale; sintesi non tecnica del rapporto ambientale; studio di incidenza; relazione del Garante dell’informazione e della partecipazione; ed infine relazione del Responsabile del procedimento.
L’assessora all’ambiente Monni: “L’obiettivo è superare le discariche”
“Il nuovo Piano regionale dell’Economia Circolare rappresenta lo strumento con cui la Regione analizza lo stato di gestione dei rifiuti, individua le azioni funzionali a migliorare l’efficacia ambientale delle diverse operazioni gestionali e pone le basi per realizzare gli obiettivi individuati dalla normativa europea e nazionale di settore”. Così prende la parola l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni in Aula. Monni ribadisce che con questo piano si traccia “la strada che, superando una logica tipicamente lineare che vede nello smaltimento il destino prevalente dei nostri scarti, ci orienta verso un approccio che punta a ridurre la quota di rifiuti prodotta e massimizzare il riciclo e il recupero dei materiali”. “La Toscana – prosegue – sceglie con convinzione di radicare un modello di economia circolare”. “Il punto – continua – non è l’autosufficienza, ma il fatto, mai negato, che oggi la si ottiene attraverso un eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è obiettivo prioritario del piano, che ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall’Europa”. Monni ricorda la ricetta scelta per gestire in maniera efficace e sostenibile i rifiuti che è quella di “uno sviluppo armonico ed equilibrato di una rete di impianti di riciclo e recupero, con tecnologie evolute e specializzate nella valorizzazione di ogni singola filiera”. Nello specifico occorre arrivare ad un progressivo superamento delle discariche; favorire un livello di governance pubblica e regolata anche su quelle filiere di trattamento che sono poste fuori dalla pianificazione pubblica; perseguire una sinergia tra rifiuti urbani e speciali; porre al centro del tema gestionale, quello della legalità. “Anche nel metodo – continua Monni – abbiamo voluto indicare una strada maestra verso la trasparenza, che è uno dei requisiti indispensabili alla legalità: l’avviso pubblico ha reso cristallina la discussione su ogni singolo investimento, sebbene potenziale, e questo si accompagna alla scelta di gestire le decisioni relative agli scarti delle filiere produttive in tavoli aperti alle forze sociali e agli stakeholders in modo che il confronto sia sempre pubblico”. Infine, occorre stabilizzare le tariffe. Il piano prescrive “che ogni ATO persegua l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani a scala di ambito”. Ambizione del piano è dimostrare che puntare sulla sostenibilità contribuisce allo sviluppo buono e può creare miniere e filiere che si basano su materie riciclate o recuperate e non estratte sfruttando persone e territori, spesso lontani e senza tutele. Al piano, è quindi “sottesa un’idea di industria che si alimenta di materie riciclate o recuperate e che può effettuare scambi tra imprese, in modo da massimizzare al contempo competitività e sostenibilità”. Questo dovrà svilupparsi anche intorno ad una “visione sociale, che deve permeare i territori e diffondere una cultura ecologista, non solo attraverso l’educazione e l’informazione, ma anche attraverso le buone pratiche”.
Piano rifiuti: respinta pregiudiziale Fratelli d’Italia
La questione, primo firmatario Alessandro Capecchi, dichiarava improcedibile l’adozione dell’atto ma è stata bocciata in Aula
In apertura del dibattito sull’adozione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano regionale dell’Economia circolare, è stata presentata e respinta una questione pregiudiziale all’atto con primo firmatario Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia). Con la pregiudiziale si dichiarava improcedibile l’adozione del piano “in quanto questo – già in fase previsionale – risulta non essere adeguato al fabbisogno di gestione dei rifiuti della Regione, con particolare riferimento all’Ato centro”. La pregiudiziale è stata respinta con 13 voti favorevoli (Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 stelle) e 24 contrari (Pd e Italia Viva).
Capecchi ha spiegato che “il piano non tiene conto di una vera e propria emergenza, che si trascina ormai da anni, sullo smaltimento dei rifiuti urbani nei vari ambiti della Toscana, in particolar modo nell’Ato Centro”. “L’Ato Centro – ha proseguito – non è in equilibrio, si ricorre strutturalmente a mandare i rifiuti in altri ambiti, in altre regioni, all’estero. Il biodigestore di Montespertoli risolverà parzialmente la questione, solo per la frazione organica; tanto che la Regione cita l’impianto di Peccioli come punto di riferimento per 57 mila tonnellate di rifiuti”. Non si può sancire un disequilibrio, ha concluso il consigliere, e prevedere in un piano che i rifiuti vadano altrove “se non in emergenze contingentante, non certo in modo strutturale” e “per questo il piano è improcedibile”.
“Riteniamo che questa pregiudiziale sia totalmente infondata – ha detto Vincenzo Ceccarelli (Pd) – in primo luogo pensiamo che si confonda lo strumento dell’avviso pubblico con la proposta di piano regionale dell’economia circolare”, “si tratta di due procedimenti distinti”. “Vorrei precisare che il piano regionale non ha potere localizzativo, che la valutazione di coerenza nell’ambito dell’avviso pubblico non comporta l’instaurazione di posizioni giuridiche o obblighi negoziali né costituisce requisito preferenziale ai fini della realizzazione dell’esercizio degli impianti stessi”. Infine, “il piano -precisa Ceccarelli – non contiene previsioni di realizzazione nel sito di Empoli”.
Rifiuti, Ceccarelli (Pd): “Piano rappresenta proposta importante e necessaria, in Toscana sposiamo politica più avanzata”
«Si tratta di una proposta importante e necessaria, che raccoglie molte delle nostre indicazioni, fatte con tre diverse risoluzioni da noi avanzate e votate dal Consiglio. Certo, vi sono alcuni aspetti sui quali continuare a lavorare, ma ci sono le condizioni per farlo. Il piano è stato costruito sulle previsioni di legge, detta obiettivi chiari: contenimento della produzione di rifiuti, miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate, più riciclo e recupero, implementazione di nuove filiere di trattamento volte al recupero di materia ed energia, assicurare autosufficienza e sostenibilità del sistema gestionale, progressiva riduzione dello smaltimento. Spero che questa scelte vengano confermate anche dopo la fase di osservazione, perché si è utilizzato un approccio innovativo, anche sul tema degli impianti. I termovalorizzatori sono stati esclusi dal bando perché si punta su tecnologie innovative, così come anche l’Unione europea indica. In Toscana stiamo sposando una politica più avanzata per il trattamento dei rifiuti, che si fa carico anche di temi non marginali, come quello della legalità. Riguardo al tema delle tariffe, dobbiamo essere franchi: trattare i rifiuti con modalità più avanzate non riduce i costi, la riduzione delle tariffe viene dalla gestione virtuosa del sistema, con impianti di maggiore prossimità.
Credo che stiamo parlando di un Piano meritevole di essere adottato, una risposta che parla alla Toscana, che mancava da tempo, che è nata nell’ascolto e che ci pone al riparo da procedure d’infrazione e soprattutto ci consente di accedere a risorse europee».
Così Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, intervenendo in aula nella discussione sull’adozione del nuovo Piano rifiuti.
“Ritengo – interviene il presidente Eugenio Giani – che la questione pregiudiziale sia un tentativo di rinvio” e “nel merito le argomentazioni di Ceccarelli sono chiare e corrispondono”. “Abbiamo la necessità di vedere la Toscana – aggiunge – come una regione autosufficiente nello smaltimento rifiuti” e “non vedremo la raccolta concentrata in un’area”, “ci muoveremo perchè tutto avvenga nel modo più equilibrato possibile, il piano è un work in progress”, “in una logica di economia circolare”.
Massimiliano Baldini (Lega) ha segnalato che “una recente sentenza del Tar Lazio del 2023 evidenzia che se è vero che il criterio dell’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti deve intendersi a livello regionale è altrettanto indubitabile che il criterio di prossimità operi all’interno del singolo ambito territoriale ottimale finalizzato alla riduzione dei movimenti dei trasporti dei rifiuti”. E ancora “il principio di prossimità si correla e si interseca con quello di autosufficienza”.
Piano rifiuti, il Movimento 5 Stelle boccia il documento della Giunta Toscana
Irene Galletti, Presidente del Gruppo M5S Toscana, ha condiviso in Aula del Consiglio Regionale della Toscana le proprie valutazioni in merito al Piano Rifiuti e alle dinamiche politiche e finanziarie che lo circondano.
Riguardo le politiche del Movimento 5 Stelle sul tema della gestione virtuosa dei rifiuti la Presidente Galletti ha dichiarato: “Poniamo subito l’attenzione sulla posizione del M5S riguardo al tema dei rifiuti e alle modalità di finanziamento per la valutazione degli impianti in questa regione. La nostra visione è chiara: vogliamo promuovere politiche che incrementino progressivamente e rapidamente il riuso e il riciclo, in linea con la Strategia Rifiuti Zero. Le discariche e gli inceneritori devono essere gradualmente eliminati attraverso politiche di riduzione dei conferimenti, orientate verso la loro chiusura definitiva. Inoltre, ci opponiamo fermamente all’adozione di tecnologie che utilizzino l’incenerimento e che cercano solo di spostare il problema, cambiando nome al processo o adottando pratiche che comunque prevedono la combustione con emissioni. Mi riferisco ai gassificatori, che nel Piano che ci è stato presentato sostituiranno gli inceneritori che nell’attesa saranno potenziati nelle linee.”
La consigliera cinquestelle chiarisce il suo pensiero anche sulle modalità di reperimento dei fondi per la realizzazione degli impianti nell’area Toscana centro: “Nel contesto dei finanziamenti, ribadiamo il nostro rifiuto assoluto di qualsiasi forma di speculazione sui servizi essenziali dei cittadini, tra cui la gestione dei rifiuti, quella dell’acqua, del gas e di tutti i servizi di vita quotidiana. Le società quotate in borsa, come la Multiutility – per la quale ribadiamo la nostra assoluta contrarietà -, sono realtà finalizzate a massimizzare i profitti e siamo certi che non rappresentino l’interesse migliore per i cittadini. Il compito della politica non è quello di dedicarsi agli affari, semmai deve concentrare i propri sforzi sulla massimizzazione e sull’efficienza dei servizi offerti ai toscani, senza badare al profitto, ma sulla convenienza della tariffa.”
Galletti attacca sulla questione del gassificatore di Empoli e chiede al Presidente Giani chiarimenti: “La decisione di abbandonare il progetto del gassificatore di Empoli è positiva, e dovremmo assicurarci che non vengano realizzati impianti simili in nessun altro luogo. E non siamo disposti a tollerare ricatti politici che mettano sul piatto della bilancia impianti per lo smaltimento rifiuti in cambio della quotazione in borsa della Multiutility. Giani chiarisca se questo aspetto è vincolante per evitare che i rifiuti dell’ATO centro vengano distribuiti sulla costa toscana.”
Poi l’affondo: “È eticamente sbagliato considerare di trasferire il peso dei rifiuti ad altri territori come fatto fino ad oggi. È imperativo adottare misure concrete per affrontare una situazione ambientale che sembra sfuggire al controllo, abbandonando al contempo le narrazioni propagandistiche che spesso appaiono nei media ma non risolvono i problemi.”
La riflessione della pentastellata affronta anche il tema bonifiche: “C’è poca sostanza sul tema delle bonifiche ambientali, poche risorse e iniziative insufficienti. La Toscana è afflitta da numerose aree a rischio per la salute pubblica, come i vari Siti di Interesse Nazionale (SIN) e Siti di Interesse Regionale (SIR), tutti situati lungo la costa toscana. Ma da quello che leggiamo si farà ben poco in questa legislatura.”
Secondo Galletti: “Le criticità e le incertezze emergenti devono essere affrontate con serietà e responsabilità politica. La Toscana merita un approccio più robusto e orientato al futuro, che promuova una gestione sostenibile dei rifiuti e protegga gli interessi dei cittadini. Servirà una maggior partecipazione: basta calare dall’alto opere invise ai cittadini, la politica si prenda la responsabilità di decidere e di spiegare ai propri elettori le decisioni scomode. Il M5S” conclude la consigliera “rimarrà impegnato nella ricerca di soluzioni efficaci e nella difesa dei principi della Strategia Rifiuti Zero e contro ogni forma di speculazione finanziaria a danno delle tasche dei cittadini.” Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Toscana.