Ambulanze, Urbano Dini: “Problemi irrisolti, dare consistenza a tavolo con la Regione”
Dott. Dini, è di ieri l’incontro resosi necessario a seguito delle criticità evidenziate come “un campanello di allarme” dalle Associazioni per il caro-benzina e il progressivo venir meno del numero di volontari. Da un lato è stato preso l’impegno a garantire il servizio di emergenza e di trasporto sanitario, dall’altro a riportare alla Regione le richieste delle Associazioni.
Dobbiamo distinguere
In che senso?
Possiamo definire soddisfacente l’impegno preso dalla Asl Tse, che ha accolto le criticità espresse dalle associazioni per quanto riguarda la risoluzione delle problematiche di organizzazione ed efficientamento. Un impegno importante, che segna l’avvio di un percorso da fare insieme. Per esemplificare: le Associazioni di Volontariato della provincia di Arezzo ed il Direttore Generale hanno stabilito la necessità di avviare un percorso condiviso di miglioramento del servizio di trasporto e dei processi amministrativo contabili, come ad esempio tempi più brevi per la liquidazione delle fatture.
Ma?
Sul fronte delle criticità evidenziate come “un campanello di allarme” dalle Associazioni, siamo fermi al palo.
Nessun progresso?
La Asl Tse evidenzia come per l’aspetto dei rimborsi non vi siano risorse dirette, ma rimanda alla competenza della Regione. I problemi sul fronte reclutamento del personale volontario e il costo dei mezzi di emergenza urgenza e trasporto sanitario rimangono immutati, con i rimborsi riconosciuti fermi al valore di più di 10 anni fa.
Quindi resta il rischio dello stop delle ambulanze?
Rischio altissimo, tanto era, tanto è rimasto.
Soluzione?
A mio avviso deve trovare consistenza quanto richiesto dal vice sindaco Lucia Tanti e dai sindaci della Provincia di Arezzo di un tavolo di confronto urgente con la Regione Toscana rappresentata dall’assessore Bezzini. Incontro non più rinviabile, al fine di porre rimedio alle gravissime difficoltà in cui versano le pubbliche assistenze, difficoltà che rischiano di compromettere i servizi essenziali e irrinunciabili per il settore socio sanitario.
