Arezzo, positiva al parassita Trichinella la carcassa di un lupo

La Trichinella è un parassita che può essere trasmesso alle persone attraverso l’alimentazione con carni infestate. La malattia nelle persone può essere anche grave.

La positività nel lupo, animale carnivoro che può alimentarsi con carcasse di animali selvatici di varie specie, non esclude quindi il sospetto che possano esserci sul territorio soggetti di altre specie (selvatiche o domestiche) positive a questo parassita. Alcune di queste specie (suini e cinghiali) possono giocare un ruolo epidemiologico nella trasmissione all’uomo attraverso le proprie carni.

Si ritiene, quindi, necessario rinnovare le indicazioni, date già in passato ai cacciatori e agli allevatori di suini per autoconsumo, ribadendo anche a tutti i consumatori che è necessario sottoporre a completa cottura, fino al cuore del prodotto, le carni dei cinghiali abbattuti a caccia per autoconsumo, che non hanno avuto controlli veterinari.

Nel caso non si conosca la provenienza di carni di suini o cinghiali è sempre necessaria la cottura al cuore del prodotto.

Il settore regionale della Prevenzione Collettiva, di comune accordo con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana, l’Area funzionale di sanità pubblica veterinaria dell’Asl Sud Est e il settore regionale Faunistico Venatorio, ha deciso di innalzare ulteriormente il livello di sorveglianza, già attivo sulle specie selvatiche sensibili (lupo, cinghiale, volpe , tasso eccetera).

Nei prossimi giorni, nel comprensorio, dove è stato trovato il lupo risultato positivo, sono già stati messi in calendario incontri tra le Autorità sanitarie, i responsabili delle squadre dei cacciatori e gli Ambiti territoriali di caccia (Atc), per sensibilizzare ulteriormente tutto il settore venatorio su questa tematica. La campagna di informazione e prevenzione verrà comunque rafforzata su tutto il territorio regionale.

Trichinella

La trichinellosi (detta anche trichinosi) è una zoonosi causata da vermi cilindrici (nematodi) appartenenti al genere Trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove poi si incistano.

Il parassita è in grado di infettare i mammiferi, gli uccelli e i rettili, soprattutto quelli carnivori e onnivori (maiale, volpe, cinghiale, cane, gatto, uomo).

Modalità di trasmissione
La trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita. In Italia, il veicolo di trasmissione è la carne suina (maiale o cinghiale), equina e più raramente di carnivori selvatici (volpe). La trichinosi non si trasmette da persona a persona.

Il periodo di incubazione è generalmente di circa 8-15 giorni, ma può variare da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti.

I sintomi e la diagnosi

Nell’uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

La diagnosi viene suggerita dalla presenza di marcata eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari (Cpk) e confermata attraverso esami sierologici, o biopsia muscolare positiva per Trichinella.

Prevenzione

La trichinellosi può essere prevenuta osservando le seguenti misure igienico-sanitarie:

  • la carne va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno
  • la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l’eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni
  • se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve
  • nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita
  • quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti
  • salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita.

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