Covid: sindaci, Regione e Asl insieme per una nuova organizzazione degli ospedali
“Continuiamo a lavorare per vincere questa battaglia contro il Covid. Ci concentriamo non solo sugli ospedali ma anche su nuove centrali di tracciamento, potenziamento delle Usca, reperimento degli alberghi assistiti (sanitari). Stiamo anche immaginando strutture aggiuntive a quelle prettamente sanitarie in caso di emergenza: ci sta lavorando la Protezione civile regionale. Sarà un cuscinetto di riserva. Le scelte di questi giorni non sono programmatorie ma legate esclusivamente all’emergenza”.
Simone Bezzini, assessore regionale alla salute, ha discusso in videoconferenza con Asl Tse e sindaci della Toscana meridionale una condivisa strategia anti-Covid. Una coesione rivendicata anche dal presidente della Conferenza dei Sindaci, Giacomo Termine: “Siamo tutti sulla stessa barca. Occorre chiarezza per fare le scelte migliori“.
E quelle che lo sono per la Asl Tse sono state illustrate dal direttore generale Antonio D’Urso: “L’obiettivo che abbiamo condiviso con Regione e sindaci è identificare gli ospedali per la gestione del Covid e utilizzare gli altri per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. In una situazione come questa, dove servono posti letto non solo per Terapia Intensiva ma anche per pazienti Covid a media e bassa intensità, ognuno deve fare la propria parte, senza campanilismi“.
Il dg Asl ha confermato la valutazione dell’assessore Bezzini: “Siamo al livello di attenzione ed è indispensabile un rimodellamento della rete ospedaliera della Toscana meridionale. Una necessità dettata dai numeri. Oltre 6.600 erano ieri i positivi in carico nella nostra Asl. Percentuale di nuovi positivi sui tamponi tra il 7 e l’8%. Viene ricoverato il 3,5% dei nuovi positivi contro il 4,3% della media regionale. In Terapia Intensiva va il 13% dei ricoveri, in linea con la Regione. Sono in aumento gli asintomatici e, rispetto alla prima fase dell’emergenza, abbiamo più ricoveri nella Degenza Covid e meno in Terapia Intensiva”.
Gli ospedali Covid rimangono il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto per la Asl Tse e Le Scotte per l’Azienda ospedaliera universitaria senese. L’obiettivo è quello di utilizzare prevalentemente ospedali per concentrare competenze e professionalità.
“Occorre rimodellare la rete ospedaliera“, ha affermato D’Urso. “In ogni provincia concentriamo i casi Covid: San Donato per Arezzo, Misericordia per Grosseto e Scotte per Siena. Il San Donato non è stato e non sarà solo ospedale Covid e verranno attuate sinergie con altri ospedali del territorio. Un esempio è rappresentato dalle chirurgie. Il San Donato conserva quella d’urgenza e oncologica, ma potrà utilizzare la collaborazione di Montevarchi e Bibbiena e, se necessario, quella del privato accreditato”.
Un tema di forte rilievo è rappresentato dalle Cure Intermedie che, come ha sottolineato l’assessore regionale Bezzini, “rappresentano una risposta alla necessità di alleggerire la pressione sugli ospedali, garantendo un turn over più rapido nell’occupazione dei posti letto“.
D’Urso ha parlato della necessità di “garantire un adeguato numero di posti nelle Cure Intermedie. Attualmente sono solo una trentina: dieci a Siena, 14 a Grosseto e 16 ad Arezzo. La proposta è quella di utilizzare i posti letto di degenza ordinaria di Cortona, Abbadia, Castel del Piano e Pitigliano per poter passare da 30 a 180 posti, per accompagnare il passaggio da ospedale a domicilio e dare risposta ai positivi nelle Rsa”.
I posti letto saranno attivati in maniera progressiva sulla base dell’andamento della pandemia. La riorganizzazione sarà ovviamente connessa anche temporalmente all’emergenza e la previsione, sulla base del Dpcm del 7 ottobre, è quindi fino al 31 gennaio del prossimo anno. Le scelte sono state condivise con i sindaci, che hanno rimarcato la necessità sia di considerare queste decisioni connesse all’evoluzione della pandemia sia di mantenere i servizi sanitari negli ospedali interessati dall’attivazione delle Cure Intermedie.
Nell’Ospedale della Fratta i posti letto saranno progressivamente riconvertiti ad iniziare da un modulo al secondo piano. Rimarranno garantiti i servizi di Pronto Soccorso, Dialisi, Oncologia ambulatoriale, Centro trasfusionale, specialistica ambulatoriale, Diagnostica radiologica ambulatoriale, Centro prelievi, attività ambulatoriale cardiologica, attività endoscopica ambulatoriale e, nella prima fase, degenza medica e Procreazione Medicalmente Assistita.
Nell’ospedale di Abbadia i posti letto saranno riconvertiti ad iniziare da un modulo al secondo piano. Rimarranno garantiti i servizi di Pronto Soccorso, Anestesia, Dialisi, Oncologia ambulatoriale, Centro trasfusionale, specialistica ambulatoriale, Diagnostica radiologica ambulatoriale, Centro prelievi, Cardiologia ed Endoscopia ambulatoriale. Nell’ospedale di Pitigliano i posti letto verranno attivati nella degenza medica al primo piano. Rimarranno garantiti i servizi di Pronto Soccorso, Dialisi, Oncologia ambulatoriale, Centro trasfusionale, specialistica ambulatoriale, Diagnostica radiologica ambulatoriale, Centro prelievi, Centro di Medicina Integrata, Endoscopia ambulatoriale e, con ingresso separato, Casa della Salute. Presso l’ospedale di Castel del Piano i posti letto saranno riconvertiti progressivamente a partire da un modulo al secondo piano. Rimarranno garantiti i servizi di Pronto Soccorso, Dialisi, Oncologia ambulatoriale, Centro trasfusionale, specialistica ambulatoriale, Diagnostica radiologica ambulatoriale, Centro prelievi, attività ambulatoriale cardiologica, Endoscopia ambulatoriale e, con ingresso separato, Casa della Salute.
“La proposta del direttore generale D’Urso è equilibrata“, ha detto l’assessore Bezzini. “Le limature sono possibili ma l’ossatura di fondo va mantenuta“. Scelte che interessano le strutture ma soprattutto il personale sanitario. Condivise le strategie con i sindaci e la Regione, l’Asl si prepara al confronto con i lavoratori. “Medici, infermieri, operatori sociosanitari, personale amministrativo“, ha concluso il direttore generale della Sud Est, “stanno di nuovo sostenendo una sforzo eccezionale“.
“Non bastano i locali e i macchinari, occorrono le donne e gli uomini che hanno dato un’eccezionale prova di professionalità e umanità nella prima fase. A loro ne aggiungeremo molti altri, cercando di semplificare e velocizzare il più possibile le procedure di assunzione. Ne discuteremo con le organizzazioni sindacali affinché anche questa strategia sia condivisa per rendere tutti protagonisti di questa dura e straordinaria fase”.