Influenza stagionale in anticipo, picco di contagi. Arezzo: al pronto soccorso 30% in più
Se nell’era pre-Covid l’influenza faceva la sua comparsa tradizionalmente da dicembre, oggi assistiamo a una manifestazione anticipata dei sintomi tipici di questo disturbo. In questi giorni, non è infrequente sentire persone sorprese di avere mal di gola, tosse e raffreddore, condizioni sensibilmente diminuite nei due anni di pandemia, alle quali non eravamo più abituati. Tuttavia, proprio a fronte dell’utilizzo minore delle mascherine e della vita sociale tornata alla normalità, il virus influenzale ha ripreso a circolare e la trasmissione è ora più facile e veloce.
Voce autorevole sull’influenza stagionale sono i medici di medicina generale, primo contatto dei pazienti, sono i professionisti di prossimità a cui si rivolgono all’apparire dei sintomi. Il dottor Renato Tulino, direttore del dipartimento Medicina generale della Asl Toscana sud est, illustra l’andamento influenzale nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo: “Confermo che nel 2022 la sindrome influenzale è apparsa prima rispetto agli anni di Covid e anche a quelli precedente. Da una considerazione generale, a partire da metà novembre, nella Sud est si stima che circa il 38% in più di pazienti con disturbi stagionali sia da ricondurre all’influenza. I soggetti maggiormente colpiti sono i malati cronici, con bpco, diabete, cardiopatie, quindi già con difese immunitarie indebolite, e i bambini portatori inconsapevoli del virus dal contesto scolastico o amicale alla famiglia. Mentre incide meno sugli anziani già ampiamente protetti dal vaccino. Le cause sono varie: non solo l’abbassamento della guardia nella quotidianità nei confronti del Covid e la repentina diminuzione delle temperature, ma anche una sempre maggiore mobilità delle persone che viaggiano e al di là della stagionalità, appunto, possono introdurre virus come quello dell’influenza”.
I sintomi e le terapie
L’influenza si manifesta con disturbi che interessano prevalentemente le vie respiratorie, mal di gola, raffreddore, tosse e febbre le manifestazioni prevalenti. Spesso in correlazione, possono verificarsi complicanze gastro-intestinali per l’abbassamento delle difese immunitarie. In caso di febbre alta solitamente vengono prescritti antipiretici e antinfluenzali, mentre la somministrazione di antibiotici è indicata solo quando lo stato febbrile persiste per più giorni, e subentrano altri sintomi di maggiore gravità.
“In linea con l’attenzione al tema dell’antibiotico resistenza a livello nazionale e mondiale, mi preme ricordare che la febbre è la reazione naturale di difesa dell’organismo, che consente lo sviluppo degli anticorpi – sottolinea Tulino – La terapia antibiotica pertanto è consigliata solo in un secondo momento del decorso dell’influenza, ossia quando il quadro di salute peggiora fino al punto in cui si rende necessaria l’assunzione e comunque unicamente su indicazione del medico, di medicina generale o specialista. Ricordo che l’automedicazione o affidarsi a Internet per trovare risposte di salute non è mai un bene e anzi potrebbe causare ulteriori problemi. In tema di appropriatezza è importante far passare il messaggio che in questi casi è sempre auspicabile chiamare semmai una volta in più il proprio medico piuttosto che affidarsi al ‘sentito dire’ o recarsi inopportunamente al Pronto soccorso senza motivi di urgenza concreti. In caso di influenza, si consiglia più possibile riposo, per non disperdere energie a favore delle difese immunitarie, bere molta acqua, assumere un’alimentazione ricca di vitamine con frutta e verdura, possibilmente fresche e di stagione”.
L’incidenza nel 2022
Dal rapporto Influnet, che presenta i risultati nazionali e regionali relativi alla sorveglianza epidemiologica sentinella delle sindromi simil-influenzali, elaborati dall’Istituto superiore di sanità, emerge un trend nazionale e regionale in linea con i dati della Sud est. Negli ultimi 10 giorni di novembre 2022, 1.035 medici sentinella in tutta Italia hanno inviato un report sulla frequenza di sindromi simil-influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 12,91 casi per mille assistiti rispetto a 9,5 della settimana precedente. Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risulta maggiormente colpita quella pediatrica, in particolare sotto i cinque anni, in cui l’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti. Analogamente in Toscana, il tasso totale è pari a 13,20 e quello dei bambini da 0 a 4 anni corrisponde al 49%.
I Pronto soccorso della Sud est
Significativa rispondenza al quadro generale viene resa anche dai Pronto soccorso, altro servizio che ha il polso della situazione sull’andamento influenzale sulla base degli accessi confermati per questo disturbo.
Ospedale Misericordia Grosseto
Negli ultimi quindici giorni gli accessi per febbre sono passati da 200 a 250 e da 358 a 446 quelli per difficoltà respiratorie, pari a un incremento di circa il 25% in più rispetto agli anni precedenti. Nel grossetano il picco influenzale è meno netto rispetto alle altre province della Sud est in parte in funzione di un clima più mite anche d’inverno.
Ospedale Nottola Montepulciano
Gli accessi per influenza sono cresciuti circa del 20% in più rispetto alla media nelle ultime due settimane, con una prevalenza di anziani con comorbidità pregresse e bambini. In questo periodo il picco più alto è stato rilevato nel fine settimana appena trascorso, con 113 accessi, di cui 21 bambini.
Ospedale Campostaggia Poggibonsi
Stessa sorte per il pronto soccorso valdesano che ha visto un’impennata degli accessi per sintomi simil-influenzali, con numero rilevante di bambini con disturbi alle vie respiratorie.
Ospedale San Donato Arezzo
Anche gli accessi per sintomi simil-influenzali al pronto soccorso del San Donato, mostrano una situazione simile alle altre strutture della Asl, con una crescita del 30% circa da due settimane a questa parte e qualche caso di ricovero di persone anziane, già compromesse da altre patologie.
La vaccinazione
La priorità, analogamente a quella anti-Covid, sono i soggetti con patologie pregresse e gli anziani, il cui organismo dispone di minori difese che necessitano di essere potenziate per mezzo della vaccinazione. Iniziata il 10 ottobre scorso nelle RSA, la campagna vaccinale nella Sud est prosegue con una buona adesione, grazie ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, sebbene leggermente in calo rispetto al periodo pre Covid. Nella Sud est sono state somministrate 135.613 dosi di vaccino tra gli assistiti di medici di famiglia e pediatri e ospiti di RSA, a cui vanno aggiunte 1.264 dosi eseguite presso le farmacie. Oltre che alle persone più “fragili”, il vaccino è consigliato anche a chi svolge attività al pubblico, con anziani o bambini.