La valutazione multiprofessionale della persona non autosufficiente al centro di un corso di formazione dell’Asl Tse
Si conclude la terza giornata di formazione organizzata dal Dipartimento dei servizi sociali a cui hanno preso parte circa 250 dipendenti dell’Asl Tse tra personale medico, infermieristico e assistenti sociali
Rendere omogeneo il percorso di valutazione delle persone non autosufficienti attraverso il corretto utilizzo degli strumenti regionali e il coinvolgimento delle varie figure professionali, con l’obiettivo di favorirne una presa in carico ottimale. È stato questo il focus del ciclo di incontri formativi organizzato dal Dipartimento dei servizi sociali dell’Asl Toscana sud est e che si è concluso oggi a San Giovanni Valdarno, presso il Centro di GeoTecnologie dell’Università degli studi di Siena.
Gli incontri, iniziati a novembre, hanno visto la partecipazione di assistenti sociali e personale medico e infermieristico delle province di Arezzo, Grosseto e Siena che, a vario titolo, sono coinvolti nel percorso di presa in carico della persona non autosufficiente. L’ultima giornata di formazione, a cui oggi hanno aderito circa un centinaio di dipendenti dell’Asl Toscana sud est, ha voluto mettere in rete approcci e metodi derivanti dalle specifiche esperienze nelle diverse zone per garantire lo scambio e l’integrazione e rendere il percorso sempre più omogeneo per tutto il territorio.
«Il processo multidisciplinare e multidimensionale della valutazione delle persone non autosufficienti si concretizza fin dalla visita domiciliare effettuata congiuntamente dalle figure professionali dell’area sociale e sanitaria – spiega la direttrice dei servizi sociali dell’Asl Toscana sud est, Patrizia Castellucci – La chiave di lettura è proprio l’integrazione per favorire una valutazione clinico – assistenziale uniforme per le persone con bisogni complessi*. Da qui nasce l’importanza di una formazione continua e mirata per approfondire tutti gli strumenti di valutazione in ambito clinico, infermieristico e sociale e rispondere al meglio ai bisogni di salute delle fasce di popolazione più fragili».