Prima, seconda, terza ondata: come è cambiato il lavoro delle USCA
Visite a domicilio scandite dall’orologio, decine di chilometri macinati ogni giorno per raggiungere tutti i pazienti a casa, tenendo bene in mente che a volte basta la giusta dose di umanità per attenuare la preoccupazione di chi è stato contagiato dal virus. I team USCA della USL TSE in dodici mesi sono diventati un elemento centrale nella battaglia alla pandemia.
Nella Toscana Sud Est sono 150 medici e 90 infermieri, i professionisti impegnati, da quasi un anno, in quella che è la primissima linea nella lotta al virus: le Usca, (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) contano 43 team (17 ad Arezzo, 13 a Siena e 13 a Grosseto); sono chiamate alla sorveglianza dei positivi in isolamento domiciliare (ad oggi nella USL TSE sono 4869), monitorano le loro condizioni, li assistono e, se necessario, ne dispongono il ricovero in ospedale.
Tutti giovani con grande entusiasmo e professionalità hanno visto cambiare il loro ruolo nella battaglia alla pandemia diventando un elemento fondamentale non solo nella cura ma anche nella diagnosi e nell’assistenza ai malati di Covid.
Le mansioni sono cambiate, come è cambiato il virus, ed è cambiato anche il tipo di paziente preso in carico.
Pazienti sempre più complessi e con bisogni sempre diversi, spesso più giovani e senza particolari comorbidità.
La prima ondata, nella USL TSE, è stata caratterizzata da numeri relativamente contenuti ma da settembre, con l’arrivo della seconda ondata, i sistemi e le modalità di lavoro si sono modificati.
I team USCA sono stati dotati di nuove strumentazioni come il braccialetto elettronico per il controllo medico a distanza, gli strumenti per effettuare emogasanalsi, gli ecografi portatili per effettuare ecografie polmonari direttamente a casa.
In dodici mesi è cresciuta anche la collaborazione con l’emergenza 118, con il sistema sanitario ospedaliero, con i medici di medicina generale, e soprattutto è stata attivata una formazione continua realizzata grazie ai Dipartimenti di Medicina Specialistica degli Ospedali e alle UOC di Medicina Interna.
“Abbiamo fornito i nostri team – dichiara il DG della USL Toscana Sud Est dott. Antonio D’Urso – di tutti gli strumenti e la preparazione necessari per poter operare al meglio e con sempre maggiore efficacia. Li abbiamo visti crescere con noi. Medici e infermieri anche alle prime esperienze professionali che si sono messi in gioco con grande passione e abnegazione.
A titolo esemplificativo cito i dati relativi alla settimana dal 4 all’11 marzo 2021. In sette giorni i nostri team hanno avuto in carico 4283 persone, seguito a casa 3871 malati, hanno fatto 750 visite domiciliari, 110 interventi nelle RSA, effettuato 300 ecografie polmonari, 400 emogas e circa 1400 tamponi. Un lavoro enorme che garantisce non solo la salute dei pazienti ma anche il normale funzionamento dei presidi ospedalieri, evitando ricoveri ove possibile.
Credo che il progetto USCA sia una eredità preziosa di questa tragica pandemia, un modello di lavoro assolutamente prezioso ed efficace”.
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