E se anche il centrosinistra aretino trovasse un Pizzarotti?

alla guida di Effetto Parma, una lista civica da lui fondata dopo che aveva rotto con il Movimento, relegato questa volta al 3 per cento al primo turno, potrebbe diventare presto il governatore dell’Emilia.
Potrebbe – rivela il Corriere – se andasse in porto una operazione che può apparire spregiudicata: che presuppone la candidatura alla segreteria nazionale del Pd dell’attuale governatore Stefano Bonaccini nel caso in cui i candidati già in campo finissero per annullarsi uno contro l’altro.

Di certo c’è che Pizzarotti ha già fondato una nuova lista “L’Italia in Comune” alla quale stanno aderendo – scrive il Corriere – diversi sindaci in Italia. Questa volta sarebbe proprio a Pizzarotti che un anno fa sconfisse al ballottaggio il candidato del Pd, Paolo Scarpa, che i democratici emiliani potrebbero affidarsi per non perdere la Regione, raccogliendo voti anche tra i grillini scontenti.
Ma se i democratici emiliani con Pizzarotti alla guida di “Italia in Comune” e con una operazione “spregiudicata” pensano di poter conservare la guida della Regione Emilia, perché il centrosinistra aretino non potrebbe già pensare fin da ora a presentarsi nel 2020 con una lista civica sul modello Pizzarotti?
In fondo, se in Emilia il Pd guarda “all’Italia in Comune” di Pizzarotti, a Palazzo Cavallo c’è già “Arezzo in Comune”.
Quello che manca è il consenso: ci vorrebbe un Pizzarotti.
Da scoprire in tempo per il 2020.

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