Svolta ad Ubi Banca: l’assemblea dà il via libera a un solo Cda. Massiah: “Il titolo va male come va male la Borsa italiana”
quando la Banca che a Gennaio del 2017 ha acquisito per un euro Banca Etruria insieme a Banca Marche e Carichieti aveva ancora in corso a Bergamo l’assemblea dei soci per il cambio di governance, definito “la fine di un’era” da Bergamo news, con il passaggio da tempo preannunciato e approvato, appunto, venerdì, ad un solo consiglio di amministrazione rispetto al sistema “duale” che da sempre governava Ubibanca con un consiglio di sorveglianza e un consiglio di gestione.
Passaggio approvato quasi all’unanimità dai soci, ai quali però l’amministratore delegato dell’istituto bancario, Victor Massiah, ha dovuto rispondere più volte sull’andamento del titolo in Borsa.
Massiah, alla domanda di un socio preoccupato della discesa del titolo- riferisce la versione on line del Messaggero – Massiah ha così risposto.
“Leggo e sento dire che il titolo Ubi Banca va malissimo.
Il titolo va male come va male la Borsa.
Negli ultimi 12 mesi Ubi è la banca che è andata meno peggio tra le 5 maggiori banche italiane”.. In realtà con il meno 2, 75 di venerdi, il titolo di Ubi , come si vede dal grafico riportato dal Sole 24 Ore di sabato, ha perso dalla prima seduta dell’anno il 24,73 per cento, facendo registrare alla chiusura delle contrattazioni di venerdì il valore più basso dell’anno, 2,797 euro.
Sul possibile impatto dello spread sulla raccolta – riferisce ancora il Sole 24 Ore nello stesso numero di sabato in cui si dà la notizia che Moodys ha declassato l’Italia con il rischio che i fondi vadano in fuga-Massiah ha detto che ad oggi non è una emergenza.
“Ma tutti – ha aggiunto- devono essere consapevoli elle conseguenze ma non delle emergenze”
Quali siano le possibili conseguenze lo chiarisce proprio Il Sole 24 Ore: l’effetto inevitabile di un incremento del costo della raccolta è che si vada verso una stretta dell’erogazione del credito.
Lo dice il Sole, ma lo sa bene anche Massiah.
Lo sanno anche ad Arezzo in via Calamandrei e le conseguenze le conoscono anche le imprese, piccole, medie e grandi, anche quelle nate proprio grazie ai crediti di BancaEtruria.
Per fortuna -ha rassicurato Massiah l’assemblea di soci di UbiBanca – siamo considerati una delle banche più solide e quindi per il momento non vediamo venir meno il nostro funding”.
Se è vero che funding si traduce in capacità di raccolta di denaro, quindi anche di erogare crediti, quello che ha detto Massiah in assemblea non rassicura solo i soci, ma anche le imprese e le famiglie aretine.
E i dipendenti?
Secondo quanto riporta il Sole 24 in un numero recente, nell’ultimo trimestre del 2018 verrà conclusa la seconda di due tranche di riassetto della rete, con la chiusura di 176 punti vendita.
“Dopo un primo giro di chiusure avvenute nei mesi scorsi, e che ha incluso l’eliminazione delle sovrapposizioni territoriali create dall’integrazione delle tre bridge banks Banca Marche, Banca Etruria e CariFerrara– scrive il Sole 24 Ore – sta per prendere piede il secondo passaggio della riorganizzazione della banca.
Le chiusure erano previste dal piano industriale: entro il 2020, quindi, dovrebbero essere 280 le filiali tagliate dal gruppo”.