Olimpiadi, Lara Mori tradita dal nervo sciatico. Saluta Tokio a testa alta, ora farà il tifo per le compagne

Tokyo – Ferrari divina. L’Italdonne vede la finale. Alice D’Amato e Maggio coppia da all around. La Mori saluta a testa alta – La cronaca da Federtennis.it

La squadra azzurra di artistica femminile ha concluso il suo turno di qualificazione con totale di 163.330 (VO 42.766 – PA 41.866 – TR 38.799 – CL 39.899). L’Italdonne, inserita nella prima delle cinque suddivisioni odierne, è riuscita già in un’impresa da non sottovalutare: battere il Giappone a casa sua. La Murakami e compagne, infatti, si sono fermate a quota 162.662. Il team di Enrico Casella è partito al volteggio con l’avvitamento e mezzo di Martina Maggio (14.100), cui sono seguiti i tre Yurchenko 720° di Venessa Ferrari (14.200), Alice D’Amato (14.333) e Asia D’Amato (14.233). Nella seconda rotazione, la Ferrari, inserita per ultima, sceglie di non salire sugli staggi e preservare le sue delicate giunture, dopo aver visto la buona prova delle colleghe. La Maggio apre con un 13.700, poi arriva Alice, che nel 2019 ottenne uno storico bronzo europeo, a Stettino, proprio in questa specialità, e strappa un 14.233. Chiude la sorella gemella con il suo 13.933. Il totale è buono, Monica Bergamelli, tecnico in assistenza, guarda il DTN che annuisce: stiamo bene così! La capitana di Orzinuovi può tirare il fiato, rinuncia all-around e si passa avanti. Nella terza rotazione ecco la temutissima trave. Il percorso netto delle fate però prosegue. Il punteggio di Vanessa (12.500) non entra nel computo di squadra (la formula del 4-4-3 consente lo scarto del parziale peggiore) solo perché le sue compagne fanno il loro e lo fanno bene. Asia (13.133), Martina (13.066) e Alice (12.600), archiviano la pratica prima di tifare a squarciagola (nella struttura vuota si sentono solo le loro grida: “stai, dura, tieni”) per la nostra individualista. Lara Mori atterra con difficoltà dalla rondata con due avvitamenti e mezzo. Si capisce che le fa ancora male il nervo sciatico della gamba destra dal gesto che rivolge al fisioterapista Salvatore Scintu. Il giglio di Montevarchi deve accontentarsi di un 12.133 al di sotto del suo standard. All’ultimo giro, quello che nell’atletica è segnato dal suono della campanella, troviamo il corpo libero. Comincia Martina (12.700), che, per un dolorino al ginocchio, accusato nella palestra di riscaldamento, ha dovuto sostituire in extremis il salto doppio con il teso, lasciando per strada decimi preziosi. Asia, invece, commette l’unico errore della gara italiana, sporcando un percorso altrimenti netto. Sul Tabak arriva troppo carica e la pedana la sbalza fuori, costringendola a mettere le mani in terra. Un punto e tre buttato al vento e con 11.833 deve dire addio alle ambizioni nel generale. Con il suo 13.033 Alice mette insieme il totale di 54.199 e si posiziona il pole position tra le italiane. La Maggio, malgrado il punto e virgola più della finale continentale di Basilea, dove aveva collezionato il sesto posto con 52.366, con il 53.566 dell’Ariake Gymnastics Centre si mette comoda tra le due gemelle, tagliando fuori Asia, in quanto terza italiana. Quando si sentono le note iniziali di “Con te partirò”, cala il silenzio. Dopo le tre routine montate da Rodica Demetrescu, lo Tsukahara avvitato in prima diagonale (il suo marchio di fabbrica) dà il via all’esercizio di Vanessa, costruito con Veronica Calini. Doppio teso, enjambè cambio anello, enjambè cambio 360°, lo strug ad anello, meglio noto come il Ferrari, salto tempo, Tsukahara, Gogean, doppio giro in presa e giro vela. Dopo questa incredibile sequenza il caporal maggiore dell’Esercito vola in braccio al suo allenatore, come fece a sedici anni, ad Aarhus nel 2006, e le scappa una lacrima di commozione. Il 14.166 è divino, altro che premio alla carriera. Le russe Viktoriia Listunova e Angelina Melnikova, entrambe a 14.000 nella seconda suddivisione, e Mai Murakami (13.933) si devono inchinare alla leonessa di Brescia. Che al momento comanda la classifica di specialità e con merito. Chiude Lara Mori, sul suo medley dei Queen, poco valorizzato dal mixer audio dell’impianto e dall’assenza di pubblico. L’altro caporale della Cecchignola saluta Tokyo con un 13.400 e una bellissima storia da raccontare. Purtroppo sarà l’unica a dover lasciare il Giappone entro 48 ore, non avendo altre competizioni. Farà però un grande tifo per le compagne che, con questi punteggi, dovrebbero entrare nell’ottetto di finale delle squadre olimpiche femminili, in programma martedì 27 luglio. Il condizionale è d’obbligo per ragioni quanto meno scaramantiche, anche se stiamo parlando di un gruppo che, seppur con una formazione diversa, due anni fa vinse il bronzo iridato, dietro Usa e Russia, davanti alla Cina. Giovedì 29 luglio dovremmo rivede anche Alice e Martina tra le 24 stelle a cinque cerchi, mentre il 2 agosto sarà il giorno nel quale una trentenne indomabile potrebbe scrivere l’ennesima pagina della storia della ginnastica planetaria.

Foto Ricardo Bufolin / FGI

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