Arezzo, a Pesaro per colpa di chi

Indiscutibile infatti che la direzione di gara sia stata zeppa di errori a nostro danno (inclusa l’espulsione di Kodr che conferma come delle lingue straniere si imparino subito soprattutto gli insulti), ma altrettanto difficilmente contestabile che abbiamo subito due gol ridicoli e che ogni volta che la modestissima Vis Pesaro (la peggiore fino ad ora delle avversarie incontrate) azzardava la verticalizzazione, si andava in ambasce. Il fatto che resta, drammaticamente reale, è che la classifica non si muove e la strada verso la risalta diventa sempre più difficile. Sull’approssimativo terreno del “Benelli” l’Arezzo ha giocato un buon primo tempo, al netto del liscio di Luciani, costruendo, oltre al pareggio, almeno un paio di occasionissime non sfruttate. L’inizio ripresa poi ci aveva illuso dopo il gol un po’ casuale di Belloni con consistente aiuto del portiere ospite, ma va anche detto che già prima del rigore fasullo accordato alla squadra di Di Donato, l’Arezzo aveva perso metri e lucidità e l’assalto finale è stato una volta ancora guidato più dall’orgoglio che dalle idee. Si può comunque parlare stavolta di sconfitta ingiusta, ma è un palliativo di poca sostanza. Servono punti pesanti e domani contro il Legnago, anche a dispetto di una retroguardia tutta da inventare (fuori Borghini e Kodr per squalifica e con ogni probabilità Cherubin per infortunio), l’alternativa proprio non può esserci.
Nella foto: l’allenatore Daniele Di Donato. Per gentile concessione Filippo Baini – Vis Pesaro 1898