Arezzo, ancora uno scontro salvezza: a Pesaro serve la vittoria

e cercare di alimentare ancora la fiammella della speranza di uscire fuori dalla melma (licenza poetica…). L’avversario che ci aspetta ha fatto sette punti nelle ultime quattro partite e al momento si è tirato fuori dalla griglia della disperazione. In panchina siede quel Di Donato che conosciamo bene e che, c’è da giurarlo, un po’ di voglia di rivalsa ce l’avrà dopo il trattamento estivo (non propriamente elegante) che gli è stato riservato. I suoi biancorossi schierano molti giovani, alcuni di valore e per lo più di provenienza Sampdoria (club con il quale la Vis ha un accordo di vecchia data) e stanno crescendo partita dopo partita guidati da quel marpione dell’area di rigore che è l’ex Lucchese De Feo e  dal centrocampista De Paola che, ritrovando il ritmo partita, sta dando una consistente mano ai suoi.  Il ruolino di marcia casalingo non è affatto male, con 11 punti conquistati  e la voglia di proseguire nella serie per tenere lontani i fantasmi. L’Arezzo come ci arriva? Domanda dalle cento pistole, giacché lo spirito di lotta che servirebbe per allinearsi con chi è partito mentalmente predisposto per la salvezza non si è visto nemmeno mercoledì (con l’eccezione della spinta portata da Nello Capitano e dal suo scudiero Di Paolantonio con il quale condivide lo stesso linguaggio pedatorio). C’è da vedere se la rimonta ad un passo dal baratro è riuscita a stimolare una reazione nervosa nei giocatori, se mister Camplone prenderà il coraggio a due mani e deciderà di scegliere il meglio rinunciando alle alchimie di tenuta, comprensibili e rispettabili nella forma, ma fallimentari nella sostanza. Certo non si comincia bene con la rinuncia forzata a Cherubin, ancora attardato da un risentimento muscolare; poi manca (e mancherà fino alla fine) Pesenti ed il suo potenziale peso offensivo; però, come già detto, nessun seppur fondato problema o contrattempo può essere chiamato in causa come possibile alibi: serve vedere in campo una squadra che morde, che gioca, che impone la propria personalità. Tutto questo fino ad oggi non è accaduto ed è ora, prima che sia troppo tardi, che accada.

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