Arezzo, bene così
Mariotti ha scelto di rinunciare a capitan Cutolo affidando gradi e regia a Strambelli, una decisione sicuramente sofferta (le prime parole del tecnico nel dopo gara sono di elogio per Nello), dettata dalla necessità di evitare sovrapposizioni e di dare peso all’attacco con l’inserimento di uno come Sparacello, abile nel gioco aereo, capace di fare a sportellate con la difesa avversaria. Redini della squadra consegnate dunque all’asse Aliperta-Strambelli ed il campo ha dato decisamente ragione all’allenatore romano. Per tutti i primi 45 minuti il sette e l’otto hanno menato la danza, imponendo ritmo e pressione all’avversario. I due si sono presi sulle spalle l’Arezzo e Strambelli ha il merito di aver sciolto la tensione che gravava visibilmente sulla truppa amaranto con una iniziativa da categoria superiore: affondo sulla destra, conversione al centro e “tir a’gir” sotto la traversa. Era il minuto 12 e da li in poi in campo c’è stato praticamente solo l’Arezzo. Il taccuino ci dice che tutte le azioni pericolose partono od originano dal piede di Strambelli, compreso il passaggio al giovane ed interessantissimo Mancino che ha pennellato un cross al bacio per il raddoppio di Sparacello. Mentre il Trestina perdeva metri e spazi, gli amaranto creavano almeno altre 2/3 occasioni per arrotondare. I tentativi dei bianconeri ospiti si perdevano contro una mediana ben articolata sul disciplinato Sicurella e sull’onnipresente Aliperta, le ripartenze affidate all’estro del neo-capitano risultavano quasi sempre pericolose. Anche nel secondo tempo, affrontato a ritmi molto più ridotti, è stato l’Arezzo a menare la danza per almeno venti minuti, ovvero fino a che ha retto il fiato di Strambelli e la gamba di Aliperta, supportati dal dinamismo di Mancino. Ancora occasioni da gol, una traversa di Cutolo appena entrato, poi la resa dei protagonisti (entrambi hanno chiesto il cambio) ci ha consegnati alla voglia di rimonta del Trestina, alimentata da un rocambolesco gol dell’ex Essoussi, unico e solo ( troppo solo) a giungere sul pallone respinto dal palo dopo conclusione da fuori nell’unico vero tiro in porta degli umbri. Sebbene la partita fosse in controllo, è subentrato un po’ di affanno, un nervosismo che ha moltiplicato gli errori ed una sensazione di rischio eccessivo sulla quale bisognerà lavorare. Per fortuna sono rimasti solidi e attenti Lomasto (un paio di interventi risolutivi a spazzare l’area) e Sparacello, riferimento in grado di tenere alta la squadra, evitando uno schiacciamento negli ultimi trenta metri che sarebbe stato pericoloso. Nel complesso una prestazione assolutamente positiva, una vittoria convincente che ci voleva, per avviare un percorso che sarà lungo e per niente scontato, ma il cui esito è scolpito nel cuore di ogni tifoso amaranto. Mariotti ha confermato di avere mano felice nell’impostazione della fase d’attacco, in ciò supportato dalla vena di uno straripante Strambelli. Da rivedere qualche meccanismo difensivo e da limare un eccesso di nervosismo che affiora ad ogni difficoltà. C’è da lavorare anche su un percorso alternativo all’asse Aliperta-Strambelli, cercare magari una costruzione più articolata in mezzo al campo per prevenire contromosse avversarie; si deve sbloccare Foggia, generoso e prezioso nell’aiuto ai compagni, ma ancora a digiuno nonostante almeno un paio di ghiotte opportunità. Insomma, c’è da tenere i piedi per terra, ma anche da guardare avanti con fiducia dopo quest’esordio. La strada potrebbe essere tracciata, adesso va percorsa fino in fondo.