Arezzo nuovo corso: la strada è quella giusta

L’Arezzo targato Sussi va acquisendo consistenza sull’asse Pizzutelli-Calderini con il contributo determinante di tutti gli altri, a partire da un Foggia finalmente in gol e comunque protagonista di una prestazione generosa e volitiva, di un Marchi tutta corsa e ritmo con il condimento di un gran gol, del solito buon Mancino e di un Frosali granitico accanto al solito guerriero Lomasto. Persino Mastino è stato autore di una discreta prestazione, con qualche buona diagonale difensiva in chiusura. Insomma, la squadra pare crescere in personalità e consapevolezza grazie anche ai nuovi innesti, che stanno dimostrando soprattutto di avere voglia di vincere e di non temere di farlo. Fa piacere dare anche a Sussi il merito di questa ancora imperfetta, ma incoraggiante, mutazione. Adesso si gioca più corti, si sfrutta meglio l’ampiezza del campo, si ha la sensazione che i giocatori siano meglio utilizzati secondo le loro caratteristiche ed anche i cambi in corso di gara hanno una logica condivisibile (per dire: Pisanu al posto di Sicurella per dare consistenza al centrocampo, aumentare il filtro, tenere palla senza barricarsi negli ultimi venti metri). Manca ancora qualcosa, ma il cammino, dopo le incertezze iniziali, sembra finalmente quello buono. Se non ci saranno inciampi ad incrinarne ancora lo spirito, questo gruppo potrebbe tentarla per davvero la “remuntada” che tutti i tifosi sognano. Certamente, ad aumentare le sensazioni positive c’è il fatto che la partita con la Pianese di Roberto Bacci è iniziata subito nel migliore dei modi, complice lo svarione clamoroso del difensore bianconero che ha messo Foggia solo soletto davanti a Crispino. Erano passati quaranta secondi. L’episodio ha certamente tolto pressione e disteso i nervi dei nostri. Gli amiatini hanno combinato complessivamente abbastanza poco. Imbarazzanti in difesa, poco concreti in attacco, solo in qualche raro frangente nel secondo tempo sono riusciti ad impensierire la retroguardia amaranto. L’Arezzo avrebbe potuto chiuderla anche più largamente (palo di Foggia, altre occasioni qua e là sino a quella clamorosa capitata sui piedi di Muzzi al novantesimo) ma nell’insieme il risultato non è mai stato in discussione. Come dice il mister, però, ancora non abbiamo fatto niente. Testa bassa e pedalare verso Cannara, trasferta insidiosa per ambiente e terreno, un’altra controprova del nuovo volto dell’Arezzo.

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