Arezzo: salvezza difficilissima, non impossibile

Lo sappiamo, lo diciamo, lo scriviamo almeno da dicembre alla vigilia delle due partite con Fano e Legnago che avrebbero dovuto sancire una svolta che non c’è stata. Occorre maggiore determinazione, maggiore grinta, magari anche un’idea di gioco che non sia solo l’affannoso buttarsi sugli avversari lasciando praterie, oppure scodellare improbabili traversoni verso un centro area dove non c’è nessuno. Servirebbe evitare di ripetere ad ogni uscita la sagra dell’errore difensivo che regala agli avversari vantaggi a volte anche inattesi. Servirebbero tante cose per uscire da questo tunnel maledetto, infilato per supponenza estiva e proseguito senza mai trovare il bandolo della matassa che ne conducesse fuori. Oggi ci si prova col Matelica, che se non è la rivelazione del campionato poco ci manca. Rappresentante di un comune di poco più di 9400 abitanti, la squadra biancorossa era partita con l’obiettivo di salvarsi anche all’ultimo tuffo ed invece a due mesi dalla fine del campionato è lì, ad un punto dai play off e a sette dalla matematica salvezza. Non irreprensibili in difesa, ma vivaci e agonisticamente decisi, i ragazzi di mister Colavitto possono far affidamento sui numeri di Volpicelli (8 gol), un lungagnone dal piede felice e sugli inserimenti di Balestero (5 gol). Intorno a loro una squadra compatta che difficilmente molla la presa. E l’Arezzo? Dice Stellone che ci saranno ancora novità in formazione anche perché Belloni è fuori per stiramento ed è comunque difficilmente riproponibile la difesa schierata all’inizio col Padova. Rientrerà Sala tra i pali e Cherubin a dar manforte a Sbraga. Pinna torna nel ruolo naturale di esterno di sinistra. A destra Ventola o Luciani. Il centrocampo ha tre elementi cardine e quindi giocheranno loro (salvo sorprese). In attacco potrebbe tornare dall’inizio Perez. Probabile la conferma di Iacoponi, tra i più positivi da quando è qua. A prescindere da chi va in campo, in ogni caso, servirà per davvero un atteggiamento differente, ritmi più alti, qualcosa che ci faccia almeno intravedere che ci si crede ancora in questa salvezza difficilissima, ma ancora non impossibile.

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