Arezzo San Donato è il big match. Quell’esonero dell’andata brucia ancora

Alla luce di certi risultati anche recenti cresce il rammarico per non essere ancora lì, almeno in scia del primo posto, per giocarsela fino in fondo. Purtroppo il reiterarsi di errori di costruzione e di gestione della squadra, hanno fatto sì che già a gennaio il campionato dell’Arezzo potesse dirsi concluso, almeno per quel che concerne la lotta per la prima piazza, l’unica che dà la certezza della promozione in C, essendo tutto il resto un aleatorio indovinello da dipanarsi a giochi ormai fermi. Il San Donato di Indiani è la macchina da gol che tutti abbiamo imparato a conoscere da inizio stagione, anche se alla resa dei conti ha raccolto 4 sconfitte come noi e le ha subite con errori in difesa che non abbiamo visto commettere nemmeno dalle squadre più sciagurate (ripassarsi, per credere, le reti che hanno determinato le due incredibili sconfitte di Rieti e Cascina). I gialloblu restano un complesso di tutto rispetto, sebbene privi di alcuni elementi importanti (in dubbio anche la presenza di Marzierli, uno dei due bomber della squadra). La formazione fiorentina ha un gioco votato all’offensiva secondo il credo del suo allenatore, squadra aggressiva e veloce, sa sfruttare le ripartenze in maniera letale epperrò ogni tanto si smarrisce ed infatti arriva a questa sfida con il fiato del Poggibonsi sul collo, cosa che metterà sulla capolista una pressione che probabilmente non avrà l’Arezzo, staccata di 12 punti e libera mentalmente di giocarsi la partita al meglio. Nell’incontro di andata Mariotti azzeccò perfettamente la tattica, anche in considerazione delle caratteristiche che avevano i suoi giocatori; scelse di aspettarli per punirli in campo largo, sfruttando le frequenti amnesie del pacchetto arretrato del San Donato e la capacità di lancio di Strambelli. Venne premiato per una buona mezz’ora, poi tutto cominciò a girare storto, dall’espulsione di Mancino al gol dell 1-2 con dubbio di fallo di mano e poi al pari all’ultimo minuto, complice un’avventata sostituzione che spostò gli equilibri in mezzo alla nostra area. La scelta tattica era stata però quella giusta, dimostrava che il mister aveva ben capito le caratteristiche dei suoi e per questo dico che l’esonero dopo quel match fu una delle tante follie della gestione societaria. Per venire però alla gara di oggi, crediamo che il tecnico romano farà scelte diverse. Non c’è più Strambelli, con la sua capacità di lancio di trenta metri e c’è invece Calderini, che gioca però a ridosso dell’area avversaria e va messo nelle condizioni di esprimere le sue notevolissime potenzialità. Servirlo con lanci lunghi per prendere d’infilata la banda-Indiani può essere una soluzione, a patto che il buon Elio traduca subito in oro quel che riceve; al contrario, rischieresti solo di sfiancarlo e sappiamo bene che se si spenge la luce del tifernate si fa presto notte anche con l’ora legale. Inoltre adesso c’è Marchi in mezzo al campo che assicura un dinamismo razionale e pratico che non avevamo con Sicurella. Per questo credo che vedremo un Arezzo diverso, più propositivo e meno attendista rispetto alla partita di andata. Su come andrà a finire poi bisognerebbe chiedere ai vati di Eupalla, ma che possa venirne fuori una bella partita è possibile e finanche auspicabile dopo tanto calcio avventuroso che ci siamo sciroppati.

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