Arezzo tutto nuovo: sfida al Cesena e al campo amico stregato

Sarebbe stata una partita di richiamo, se il maledetto virus che ci ammorba non avesse annullato ormai anche semplicemente il concetto di evento. Ad aumentare la malinconia ci sta la classifica dell’Arezzo, desolatamente ultima dopo una collezione di errori e di orrori da guinness dei primati. Tant’è, bisogna misurarsi con la realtà e la realtà ci dice che quella affidata a Camplone è ormai una squadra totalmente diversa da quella che il tecnico pescarese trovò al suo arrivo in città. Gli interpreti adesso sono di categoria e di livello medio-alto, per cui ci sarebbe da attendersi una risposta adeguata sul piano del gioco e dei risultati; insomma qualcosa di diverso anche da quel che si è visto domenica a Ravenna. Tornare a ragione sul tempo che passa e che ci mette sempre di più con le spalle al muro e con la necessità di inventarsi l’impresa, che diventa sempre più grande più passano le giornate, serve ormai a poco. Bisogna ormai ragione una partita per volta e cercare di fare punti, contro tutti e dovunque. Si riprova quindi contro il Cesena di Viali, squadra giovane ma brillante, reduce da dieci risultati utili consecutivi con quattro vittorie nelle ultime cinque partite, formazione ormai stabilmente nei quartieri nobili del girone. I bianconeri hanno elementi di spicco, su tutti il bomber del girone, quel Bortolussi cresciuto a Sansepolcro ma decollato poi su lidi lontani. La squadra gioca bene, manovra con facilità e rapidità, cercando sempre il palleggio e lo sfruttamento degli spazi. Non sarà facile allora, per niente facile. Servirà soprattutto un approccio diverso rispetto al passato anche recentissimo, servirà un’idea di gioco (fino ad ora latitante) ed uno schieramento che non snaturi le caratteristiche dei singoli. Probabile l’esordio dal primo minuto del nuovo attaccante Perez, mentre Ventola e Di Grazia si giocheranno il posto con Luciani e Cutolo. Di Paolantonio è inamovibile (auspicabilmente collocato dove può dare il proprio contributo di fosforo e non perduto tra le linee nemiche, sovrastato da avversari con passo diverso) e quindi accanto a lui si giocano una maglia Altobelli e Arini. Ora che la panchina è diventata competitiva, cambiare a gara in corso diventa un’opzione in più che starà a Camplone sfruttare al meglio. La vittoria interna manca all’Arezzo dal 26 gennaio 2020, quasi un anno e allora anche la legge dei grandi numeri può servire per sperare che sia la volta buona.

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