Arezzo, una vittoria per ripartire

Dopo il turno ordinario le note positive sono tante. Intanto la prima vittoria in stagione. Ci voleva; poi non siamo più ultimi, giacché complice la sconfitta del Fano, gli amaranto hanno lasciato ai marchigiani l’ultima piazza. Infine per la prima volta da inizio campionato si chiude una partita con la porta inviolata.
La truppa di Camplone è ancora alle prese con gli strascichi fisici del Covid, che non si limitano all’inattività forzata ma si portano dietro anche malanni muscolari per le forzature al rientro, vedi Cherubin assente sabato sera dopo la sostituzione forzata di Mantova.
L’atteggiamento in campo è stato per conseguenza cauto ma non remissivo, con la scelta di non forzare le giocate perché ancora non possiamo permettercelo ma cercando di fare strappi, accelerazioni che possano spezzare il ritmo dell’avversario e metterlo in difficoltà.
L’Arezzo di Imola è stata una squadra tatticamente ben disposta sul campo, corta tra i reparti in modo da non concedere spazi e organizzata in mezzo al campo dove l’avvento di Arini e Di Paolantonio ha cambiato radicalmente le cose nel settore nevralgico. Al “Galli” si è visto come, con accanto due colonne come l’ex Cremonese e l’ex Avellino, anche il podismo di Bortoletti possa diventare un valore aggiunto e non solo generosa confusione. Allo stesso modo Benucci, riproposto fuori ruolo come terzino sinistro, fruendo di un maggior filtro ha sofferto meno ed anzi alla fine è risultato tra i più positivi (vero che l’Imolese dalla parte sua non affondava mai, ma questo oltre che un limite dell’avversario può essere anche stato effetto della buona disposizione sulla mediana).
Ancora positiva poi la prova del giovanissimo Zuppel, uno che a dispetto dell’età non ha timori a fare a sportellate con i difensori più esperti e smaliziati. Deve crescere tecnicamente (qualche giocata coi piedi un po’ ruvida) e tatticamente ma è un prospetto di sicuro interesse. In ripresa due colonne portanti come Cutolo e Belloni e là dietro, accanto ad un Kodr bello solido che non potrà che migliorare, si tocca con mano l’importanza di un portiere vero, di uno che all’occorrenza ci mette la toppa giusta e contribuisce anche a dare sicurezza ai compagni. I rimpianti e le recriminazioni per non essere intervenuti subito, già in estate giacché era erano evidenti i limiti degli “arruolati”, crescono a dismisura ma servono a poco.
Ora la squadra ha una sua struttura e può giocarsela davvero con tutti risalendo le posizioni verso zone più consone al blasone del Cavallino e agli investimenti societari. Va detto, per onor del vero e a completamento della disamina, che l’Imolese è apparsa squadra ben più molle rispetto al Mantova di pochi giorni prima. Manovra involuta e lenta, fasce sfruttate poco o niente ed una insistenza un po’ ottusa nei cross verso centro area dove Kodr e Baldan hanno fatto valere il fisico. Si sa però che i limiti di una squadra finiscono anche dove iniziano i meriti dell’altra e l’Arezzo sabato sera ha enfatizzato le difficoltà di gioco della squadra di Cevoli con un atteggiamento giusto nelle coperture e nelle ripartenze.
Ora si tira il fiato appena un po’ e già mercoledì pomeriggio si torna in campo (in casa) contro la Sambenedettese. Altro esame contro una squadra ambiziosa nei progetti ma ancora frenata dalle prestazioni. A noi serve continuità e ottenere il via libera anche contro Maxi Lopez e compagni sarebbe un segnale di svolta definitivo.