Cambiare tutto per non cambiare niente. Nuovo ds, vecchi problemi
I vertici di Viale Gramsci hanno deciso, come spiegato da Manzo in conferenza stampa, di non cercare un professionista di maggior esperienza perché “avrebbe poi voluto cambiare tutto” (?) mentre la proprietà si dice sicura di avere fatto le scelte giuste sia nella composizione dell’organico che per la panchina. Decisione assolutamente legittima ma che non si può negare susciti più di una perplessità. A prescindere dal valore di Tromboni, al quale va anzitutto un cordiale in bocca al lupo per la nuova missione che ci si augura possa aprirgli le porte del calcio che conta, la sensazione che si riporta è che alla fine, gira che ti rigira, quando si tratta di scelte tecniche tutte le strade portino a Muzzi senior. Del resto è stato lui il principale artefice della ricostruzione della squadra nello scorso campionato dopo i danni della coppia Fabbro-Di Bari, una ricostruzione i cui risultati sportivi sono stati drammaticamente inversi rispetto all’impegno economico profuso. Inoltre è il segreto di pulcinella che De Vito non avesse apprezzato la scelta di Mariotti per la panchina (scelta ispirata da Muzzi) e fa riflettere il fatto che, indipendentemente dall’ultimo periodo contraddistinto da problemi familiari per i quali non possiamo che augurare una pronta soluzione, il direttore generale abbia sempre accuratamente evitato di presentarsi in prima persona davanti ai microfoni dopo le partite e nelle conferenze stampa. Va bene il riserbo e il profilo basso, ma la sensazione è che ci fosse anche dell’altro. Ora comunque è l’ex attaccante ad essere l’uomo di esperienza all’interno dello staff. Ci perdonerà Tromboni se non consideriamo valida la spiegazione da lui stesso fornita e con la quale si auto accredita di 25 anni di esperienza poiché è dall’età di cinque anni che gioca a calcio, anche se probabilmente era una battuta. (Peccato che da queste parti il sense of humor quando si parla di calcio sia stato azzerato insieme con la retrocessione…). Difficile non pensare che sarà lui il riferimento per il nuovo direttore sportivo nonché, come lo è sempre stato, dell’intera proprietà. C’è da riscattare un disastro, l’augurio è che ci si riesca senza scorciatoie (tradotto: vincendo il campionato e non attraverso i ripescaggi). Hanno sorpreso poi per i toni “ferrettiani” certe affermazioni come quella che alla proprietà non può importare di meno degli striscioni, dei social e per finire in bellezza anche dei tifosi. Vero che parte di queste affermazioni sono venute a botta calda, dopo l’irruzione di alcuni supporters che non hanno certo fatto i complimenti alla dirigenza (e quindi mettiamoci il bonus irritazione) ma alcune frasi erano già uscite prima testimoniando un nervosismo che non fa certo bene all’ambiente alla vigilia di una partita delicata ed importante come quella di domenica contro la capolista San Donato. Una tensione che traspare oltre le parole rassicuranti e la spiacevole sensazione che anche questa volta non si sia saputo bene da che parte farsi con il campo che spesso traduce in risultati anche le incertezze che stanno a monte di chi scende sul terreno di gioco. Ora a Tromboni (e Muzzi) il compito di dare certezze perché l’obiettivo è imprescindibile.