Eppur si muove. Un punto speranza per l’Arezzo a Verona
Salvo il fatto che rimane una partita in meno per cercare la rimonta. La squadra di Stellone sul campo di Borgo Venezia ha giocato un primo tempo più che apprezzabile. Squadra corta, pronta a chiudere gli spazi ed a ripartire, propositiva e determinata, l’Arezzo dei primi 45 minuti ha messo la museruola ad una Virtus Verona che veniva da quattro vittorie di fila e che forse immaginava di fare un sol boccone del fanalino di coda. Invece al chiudersi della prima frazione c’era il rimpianto di non averla messa in ghiaccio, raddoppiando la bella incornata di Sbraga dopo venti minuti con le occasioni capitate a Pinna e Luciani. Tutt’altra cosa la ripresa. Luigi Fresco, a conferma di buone capacità di lettura tattica oltre che di capacità manageriali, ha buttato nella mischia Manfrin aumentando la spinta contro la nostra fascia laterale destra, già in ambasce contro la Feralpi ed a Perugia. Da quella parte son cominciati a piovere traversoni in area mentre la squadra rinculava perdendo metri e coraggio. Tardi il mister ha tolto uno spento Belloni (da che gioca col codino il rendimento è calato… non fosse che per scaramanzia un pensierino al ritorno allo status quo ante ce lo farei), la partita era ormai tornata in equilibrio. Al fischio finale si rimane un po’ in sospeso tra le buone sensazioni della prima parte e le consuete incertezze della seconda. Stavolta però, facendo il verso al Galileo riottoso alle imposizioni papali, possiamo dire “eppur si muove”. Il cammino resta difficilissimo anche perché quelle davanti danno chiari segni di reazione (su tutte Imolese e Fano) ma da una parte si doveva cominciare e forse, lo speriamo, si è cominciato. La speranza resta viva e domenica c’è una occasione ghiottissima per rompere il tabù casalingo e farsi da soli una iniezione di fiducia grossa così. Avanti con la lotta.