Play off, questi sconosciuti: un mese intero di pallone amaranto

Ora dirigenza, tecnico e calciatori assicurano di puntare all’obiettivo massimo, che è quello di vincere questa sorta di “spareggione” tra le meglio classificate dei nove gironi di serie D. Ma come funzionano questi play-off? Il meccanismo, manco a dirlo per tutte le faccende di stampo federale, appare non esattamente lineare e merita di essere dettagliato. Il regolamento della Lega Nazionale Dilettanti prevede dunque che per ogni girone accedano alla prima fase dei play off, quella che ogni girone gioca per conto suo, le seconde, terze, quarte e quinte in classifica. Si gioca in gara unica sul campo della meglio piazzata in graduatoria: seconda contro quinta e terza contro quarta (ergo: “s’argioca” con il Gavorrano di Pippo Vetrini, con ogni probabilità sull’erba del Città di Arezzo). Le vincenti si sfidano in singolar tenzone. A questo punto le nove migliori di ogni girone vengono raggruppate in tre gironi da tre. Anche qui gara unica. La meglio piazzata di ogni “gironcino” più la vincente della Coppa Italia dilettanti disputeranno una sorta di “final four” con partite di andata e ritorno, con semifinale e finale dalla quale verrà fuori la vincente che acquisirebbe meriti e diritti in caso di ripescaggi estivi nel consueto pandemonio delle iscrizioni (per quel che vale, come dimostra la vicenda Catania…). Ricapitolando: per arrivare in fondo e conquistare questo obiettivo “minor” l’Arezzo dovrà disputare e vincere 8 partite. Oltre che con i “pesci già noti” Gavorrano e Poggibonsi (nell’ipotesi di vittoria contro i rossoblù maremmani è ipotizzabile che i senesi abbiano la meglio sulla Pianese, ad ora la più accreditata ad occupare l’ultima piazza utile) gli amaranto dovranno misurarsi con le squadre degli altri gironi che, per quanto si dice, dovrebbero essere più competitivi tecnicamente al nord e più agonistici al sud. Staremo a vedere, ma il cammino è lungo e potrebbe regalarci ancora un mese intero di pallone amaranto.

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