Il meglio del Made in Arezzo al Vinitaly

Il risultato dei vitigni della vecchia fattoria, recuperati dalla famiglia Grifoni che conduce l’azienda agricola San Ferdinando, 60 ha di vigneti nella splendida cornice della Valdichiana. Le bottiglie che nascono e invecchiano nella cantina dell’azienda Mannucci Droandi, prodotte con metodo biologico da oltre 20 anni, in cui si concentrano innovazione e tradizione
La particolare e unica energia dei vini dell’azienda Camperchi, che richiama la leggendaria ubicazione delle sue vigne, dove nell’antichità si dice sorgesse un tempio dedicato all’eroe mitologico Ercole e che a questo deve proprio il suo nome, alias “Campi di Ercole”.
Il mitico Caberlot del Podere Il Carnasciale, Supertuscan ricercato dai collezionisti, venerato da tutti gli amanti dei grandi rossi toscani, di cui ogni anno non si producono più di 3.500 bottiglie, tutte rigorosamente numerate a mano da Bettina, moglie di Wolf Rogosky, che negli anni Ottanta, con l’enologo Peter Schilling, ha ottenuto un vitigno unico, denominato L32, incrocio naturale e inspiegabile, nato dall’unione di Cabernet Franc e Merlot, e ne ha piantato un clone tra i suoi oliveti a Mercatale Valdarno.
Le produzioni di San Luciano, splendido podere sulle colline di Monte San Savino, dove i Ziantoni, famiglia romana di vignaioli, si sono cimentati con successo da mezzo secolo nella produzione degli uvaggi rossi, in un’azienda che, in provincia di Arezzo, ha anche un particolare primato: è la prima ad aver utilizzato, già dal 2008, solo l’energia pulita prodotta dal suo impianto fotovoltaico.
Le caratteristiche del territorio racchiuse nelle bottiglie di Paterna, piccola società cooperativa, con vigneti ai piedi del Pratomagno, dove da circa 30 anni si coltiva prevalentemente sangiovese con metodo biologico.
Il Chianti che matura nelle cantine dell’azienda agricola Guerrini nel comune di Laterina Pergine Valdarno nei vigneti tuffati sulle dorsali collinari di cui, nell’impianto, seguono le curve di massima pendenza in armoniosa convivenza con le altre colture, integrandosi alla perfezione con la scenografia creata dagli oliveti.
I vini dell’azienda agricola I Vicini, che nascono con uno “sguardo” sul lago Trasimeno dai vitigni di cabernet e syrah, che in autunno tingono i vigneti di rosso, regalando uno spettacolo cromatico che si riflette nei profumi e nel corpo del prodotto imbottigliato.
Sono queste alcune delle eccellenze aretine che le aziende, in spazi personali e nelle aree collettive organizzate da Cia, esporranno al Vinitaly, il più prestigioso salone nazionale dei vini e dei distillati, in programma a Verona dal 2 al 5 aprile.
“Queste e altre realtà del settore vitivinicolo provinciale sono la dimostrazione plastica che, nonostante l’escalation dei costi di produzione, l’inflazione che incide sulla spesa, le politiche europee restrittive, il vino della nostra provincia resta un settore fondamentale per l’economia: un capitale che va tutelato e protetto dai tentativi di criminalizzazione, come il precedente pericoloso delle health warning irlandesi, che creano allarmismo e disinformazione non distinguendo il consumo moderato e responsabile dall’abuso. Il Vinitaly di quest’anno, quindi, sarà l’occasione per fare ancora più squadra, valorizzando e promuovendo le produzioni dei nostri agricoltori sui mercati e tra i consumatori”, commenta la Presidente di Cia Arezzo Serena Stefani.
“Il settore ha di fronte sfide importanti: si deve confrontare anche con i cambiamenti climatici e con la presenza sempre più invasiva di parassiti e agenti patogeni che aggrediscono le vigne. Per contrastare questi nuovi “nemici”, Cia Arezzo, insieme all’organizzazione nazionale e regionale, e al Crea (Centro per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), sta lavorando con impegno sul fronte della ricerca e della sperimentazione per trovare soluzione adeguate a basso impatto ambientale”, commenta il Direttore Massimiliano Dindalini.

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