Ex Fontemura, biglietto unico musei, accattonaggio molesto in città: il dibattito in Consiglio comunale
Atto d’indirizzo del Pd sulla ex Fontemura. La richiesta alla Giunta era di presentare un’offerta per l’acquisizione del sito a partire dalla base d’asta che è di circa 200.000 euro. “A questa situazione si aggiungono l’albergo di Poti oramai in abbandono e la montagna stessa, un tempo meta di villeggiatura e di relax. Questa realtà è stata dimenticata dal Comune ma non dalle associazioni del territorio: sono state organizzate numerose e prestigiose manifestazioni legate al mondo del rally, con tappe del Città di Arezzo, del Crete Senesi e del Valtiberina, del ciclismo, Giro d’Italia, delle ciclostoriche, l’Ardita. In caso di aggiudicazione, il Comune si ritroverebbe un patrimonio di circa 5.000 metri quadrati, oltre a una vasta superficie prevalentemente boschiva. La proposta prevede altresì la demolizione degli edifici e la loro ricostruzione parziale per realizzare un progetto complessivo di riqualificazione dell’area, nel massimo rispetto dell’inserimento ambientale, del risparmio e dell’autonomia energetica. La parte delle volumetrie escluse dal progetto potrebbero essere inserite nel registro dei crediti edilizi, come previsto nel Piano strutturale e nel Piano operativo, e messe a disposizione dei cittadini e delle imprese per le loro esigenze di ampliamenti immobiliari. Il Comune recupererebbe così le risorse investite”.
Con un emendamento, Fratelli d’Italia ha chiesto che il Comune di Arezzo partecipi all’asta ma sulla base di un puntuale limite economico. “Proponiamo di introdurre nel dispositivo un massimale di 120.000 euro come offerta massima da parte del Comune e dunque condizione alla sua partecipazione all’asta. Già con la prima del 2023, la base si ridurrebbe fino a prevedere un’offerta minima di 104.000 euro e dunque saremmo dentro la cifra indicata. Così facendo risparmieremmo risorse nella fase iniziale e avremmo margini maggiori per investire nella successiva bonifica”. Per Michele Menchetti il problema è legato anche ai costi di recupero dell’immobile e dell’area che si aggiungeranno a quelli legati all’acquisto mentre Piero Perticai ha sottolineato che difficilmente un privato troverà convenienza economica nell’investire una cifra consistente per un immobile che rischia di diventare una cattedrale nel deserto. Giudizio favorevole al recupero dell’area da parte di Roberto Bardelli che ha aggiunto che il rischio in circostanze come questa è legato alla burocrazia che sottende ogni iter complesso. Per Marco Donati l’intervento pubblico è auspicabile ma non deve necessariamente essere del Comune che potrebbe invece sollecitare l’intervento di altri enti coinvolgendoli in un progetto di ampio respiro dove le iniziative ludiche e sportive diventino un costante. L’assessore Alberto Merelli ha ricordato che “l’acquisizione di un immobile è innanzitutto di competenza del Consiglio Comunale. Detto questo, un acquisto dovrebbe poi avere il supporto di una motivazione importante. E dire che comperiamo un immobile in disuso perché ci potrebbero essere rischi ambientali non è sufficiente. La questione dovrebbe essere impostata in termini molto più chiari e nitidi: comperiamo per un motivo specifico e puntuale, per farci questo e quest’altro. Sui tempi: non credo che faremmo in tempo a partecipare alla prima asta utile perché avremmo dovuto già prevederlo nel bilancio. Non credo inoltre che ci sia una grande corsa all’acquisto di questo immobile e dunque potremmo anche rimandare a un’asta successiva, in ipotesi quella di metà 2023. Abbiamo così sei, sette mesi di tempo per decidere la somma da impegnare e schiarirci le idee sulla destinazione”. Roberto Cucciniello ha chiesto di apprezzare lo sforzo di Fratelli d’Italia, testimonianza del fatto che l’idea di rivalutare la zona e avviare un percorso è assolutamente interessante. “Avere promosso un emendamento del genere è dettato da ragioni di risparmio economico, che in questo momento non sono da trascurare, e non certo di ostruzionismo”. Anche per Simon Pietro Palazzo la prima cosa da capire è il destino dell’area e la sua finalità e partire da un approccio di tipo finanziario è limitativo. “La discussione, peraltro, va ampliata all’intero comprensorio di Poti”. L’intervento del sindaco Alessandro Ghinelli nel dibattito è oggetto di separato comunicato.
Giovanni Donati, illustratore dell’atto, e Alessandro Caneschi hanno ribadito gli aspetti ambientali ed ecologici della proposta: “un’area industriale dismessa e abbandonata costituisce di per sé un campanello d’allarme e tenerla pulita sarebbe già un risultato. Riteniamo superflua la previsione della cifra puntuale contenuta nell’emendamento”.
Il Consiglio Comunale ha prima votato l’emendamento di Fratelli d’Italia che non è stato approvato. Stesso destino per l’atto di indirizzo: 9 favorevoli, 15 contrari e 3 astenuti.
Atto d’indirizzo del Pd illustrato da Donato Caporali per la realizzazione di un monumento e la dedica alla medaglia d’oro olimpica Enrico Brusoni del percorso ciclo-turistico, attualmente senza denominazione, che intercorre tra la Chiusa dei Monaci e la passerella sul canale maestro della Chiana. Il monumento stesso dovrebbe essere collocato nell’area verde situata a margine della Chiusa dei Monaci. “Enrico Brusoni, nacque ad Arezzo il 10 dicembre 1878 da padre ferroviere in quel periodo in servizio in città. Brusoni fu un grande campione del ciclismo su strada e su pista e conseguì la sua più grande vittoria ai giochi olimpici di Parigi del 1900, nella gara individuale a punti. Le olimpiadi del 1900 furono disputate contemporaneamente all’Expo e questo causò problemi all’organizzazione dei Giochi, con sovrapposizioni di eventi sportivi e problemi di riconoscimento delle gare ufficiali olimpiche. In uno studio pubblicato nel 2000, un secolo dopo i Giochi di Parigi, vengono comunque citate la vittoria e l’oro olimpico di Enrico Brusoni che morto settantunenne a Bergamo nel novembre del 1949 non seppe di essersi aggiudicato un titolo così prestigioso, Ancora oggi il Cio non riconosce la gara in cui trionfò il campione aretino ma il Coni ha inserito l’oro di Brusoni nel medagliere olimpico italiano”. L’atto è stato approvato all’unanimità con 25 voti favorevoli.
Atto di indirizzo del Movimento 5 Stelle con cui impegnare sindaco e giunta a valutare l’introduzione del biglietto unico Arezzo Infinita. “La proposta – ha sottolineato il consigliere comunale Michele Menchetti – muove dalle potenzialità turistiche cittadine ancora da sviluppare, a nostro avviso in una triplice direzione: servizi ai turisti, valorizzazione del patrimonio culturale, offerta di un calendario di eventi che possa coprire tutto l’anno. Con questo atto di indirizzo stringiamo il focus sul primo punto in questione con una proposta che prevede l’introduzione di un biglietto unico di durata tra le 48 e le 72 ore e vari meccanismi di offerta: per esempio modulando il prezzo per età e consentendo ai possessori di accedere al trasporto pubblico, ai musei e ad altri servizi già esistenti o da sviluppare, quali bike-sharing o sconti per percorsi guidati. Il biglietto potrebbe essere venduto presso i tourist-office, online o negli esercizi commerciali aderenti, dai tabaccai alle edicole e ai bar. La presenza di un biglietto del genere allunga la permanenza nelle città dei turisti a vantaggio delle strutture ricettive e del tessuto economico. Il soggetto da noi individuato per gestire il progetto è la Fondazione Arezzo Intour”.
Ilaria Pugi ha ricordato il biglietto unico che a partire da sabato prossimo, giorno dell’inaugurazione della Città del Natale, caratterizzerà l’offerta culturale cittadina. “Se ne parla da tempo e ricordo che in merito occorre fare fronte a gestioni museali diverse. La richiesta è dunque di ritirare l’atto per capire come procede questa sperimentazione”. Marco Donati: “se è vero che c’è un processo in corso, credo che votare questo atto di indirizzo sarebbe di ulteriore stimolo a procedere nella direzione auspicata e a moltiplicare gli sforzi in un ambito in cui Arezzo è rimasta indietro”. Per Piero Perticai gli sforzi per un biglietto unico dovrebbero essere indirizzati verso i mezzi di trasporto mentre Simon Pietro Palazzo ha sottolineato che grazie a questa amministrazione “non partiamo dall’anno zero, anzi abbiamo per la prima volta ad Arezzo uno strumento della durata di 20 giorni. I musei potranno essere visitati anche in date diverse e parliamo di Casa Bruschi, Mumec, Oro d’Autore, Fraternita, I colori della Giostra. Non è solo a uso e consumo dei turisti ma lo possono acquistare anche i residenti, con prezzi modulati sulla base di sconti per alcune categorie. I musei sopra citati sono ‘di prossimità’, la vera sfida sarà un biglietto unico che comprenda quelli che, rispondendo ad altri, non rientrano nella gestione comunale”. Anche Francesco Lucacci ha ritenuto l’atto di indirizzo in questa fase “non praticabile. Dobbiamo capire, ad esempio, con chi abbiamo a che fare quando parliamo del servizio pubblico di trasporto. Lasciamo libertà di voto sull’atto in questione visti gl’intenti di fondo senza poterlo sposare a pieno proprio perché occorre approfondire alcuni aspetti che ricadono sulla realtà aretina”.
L’atto è stato respinto con 10 voti favorevoli e 15 contrari, 2 gli astenuti.
Atto di indirizzo di Fratelli d’Italia, illustrato da Francesco Palazzini, per impegnare sindaco e giunta a contrastare i fenomeni di accattonaggio “che si verificano con continuità nelle aree di sosta in prossimità dei supermercati e nei pressi delle colonnine di pagamento e casse automatiche dei parcheggi, sia quelli stradali sia quelli dell’ospedale, Eden, Cadorna, Mecenate, piazza del Popolo e via Pietri. Il legislatore, nel 2018, ha introdotto due nuovi reati a contrasto delle forme di accattonaggio: l’esercizio dello stesso con modalità vessatorie, fraudolente o simulatrici di deformità e malattie e la condotta di colui che organizza l’altrui accattonaggio, se ne avvalga e lo favorisca per ragioni di profitto. Una fattispecie pensata soprattutto per i casi in cui si ravvisa l’impiego dei minori”.
Michele Menchetti, dopo avere rilevato che il problema è sentito, ha proposto un emendamento per aggiungere l’aggettivo “molesto” al temine accattonaggio. Luciano Ralli ha dichiarato che “analogo atto è stato proposto nel 2015 dai consiglieri comunali di maggioranza con la richiesta al sindaco di adottare atti consequenziali come una specifica ordinanza. Oggi, dunque, si ricorda al sindaco la stessa cosa: o in sette anni non è stato fatto alcunché e va ribadita una necessaria attenzione al fenomeno o se qualcosa è stato fatto si mette in difficoltà amministrativa la Giunta. Nel vigente regolamento della polizia municipale, infatti, è disciplinato già tutto. Basta leggere l’articolo 25 che vieta la richiesta di elemosina, con la presenza di minori o animali, e l’accattonaggio molesto”. Francesco Romizi: “non si possono affrontare questi temi da un punto di vista esclusivamente repressivo ma con un’attività di prevenzione sociale. Se poi mandiamo un agente della PM a fare la multa a queste persone, la domanda diventa: come la pagano se chiedono l’elemosina? Vedo solo il solito populismo”. Per Marco Donati “l’amministrazione comunale riduce i tempi di accensione dell’illuminazione pubblica e Fratelli d’Italia chiede di aumentare i punti luce. Le telecamere in più sollecitate da Fratelli d’Italia con un atto di indirizzo dei mesi scorsi non ci sono. Così come non si vedono i taser già annunciati in dotazione degli agenti. Chi ostacola le iniziative? Forse è facile presentare i problemi ed è difficile risolverli. C’è un vero tentativo di fare rispettare le regole in questa città, come affrontiamo le baby-gang? La sicurezza non può essere approcciata con la sola polizia municipale ma soprattutto riqualificando certe aree”. Simon Pietro Palazzo ha ribadito che “in Italia questo problema è presente e lo ha registrato un decreto legge convertito ed entrato in vigore quattro anni fa. C’era tutto il tempo di modificarlo da parte dei governi successivi. È giusto fare un ragionamento collettivo sul livello di sicurezza perché ce lo chiedono i cittadini. L’emendamento Menchetti è ridondante perché è già un’aggiunta contenuta nel decreto”. Roberto Cucciniello ha ricordato che “con il 2018 sono subentrate sensibili modifiche alla fattispecie di accattonaggio e con questo atto di indirizzo ci riferiamo sicuramente a quello ‘molesto’ e a quello che discende da attività criminali esercitate in forma organizzata. Dunque, le norme cambiano, il problema si è evoluto, la società stessa è cambiata a seguito di due anni di pandemia, chiediamo di aggiornare le regole locali e adeguarle a quelle nazionali. Non è la presenza di testo regolamentare a spostare la questione”. Alessandro Calussi sul tema generale della sicurezza ha ricordato, comparando 2019 e 2021, che i numeri sui reati sono sostanzialmente identici. Francesco Palazzini non ha fatto proprio l’emendamento “perché la specifica ‘molesto’ è già esistente in una fonte normativa gerarchicamente superiore. Abbiamo ben chiara la distinzione tra elemosina e accattonaggio molesto. L’intendo di questo atto è portare la discussione a un livello che vada oltre la polizia municipale, dare al sindaco una carta ulteriore da giocare in sede di comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, approfondire un’attività investigativa. E se uno non può pagare non possiamo dargli un patentino di immunità”.
Il Consiglio Comunale ha prima respinto l’emendamento del Movimento 5 Stelle mentre l’atto di indirizzo ha ottenuto 16 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti.