Menchetti chiede il costo del volo di Ghinelli per New York

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“Ghinelli: meno voli all’estero e maggiore permanenza ad Arezzo per spiegare tante cose”. Lo chiede il consigliere comunale di opposizione Michele Menchetti

“Ho appreso dai media locali che il sindaco è andato a New York. Evidentemente il Nuovo Mondo lo affascina proprio, east o west coast che sia. In un ruolo certamente di rappresentanza, al seguito di un’opera d’arte che inorgoglisce la città e che ben figura in una mostra di caratura internazionale come quella inaugurata a New York. Tuttavia in qualità di consigliere comunale ho fatto richiesta di accesso agli atti perché vorrei sapere quanto è costata questa trasvolata atlantica del primo cittadino: dal trasferimento in aeroporto alla permanenza nella Grande Mela. Ci sta che un sindaco presenzi a un’inaugurazione, ovunque essa sia, desidero solo conoscere quanto è venuta a costare. Perché è l’ennesima trasferta, fra Europa e nord America, e credo che sia giunto il momento di dire: anche basta. C’è bisogno di un sindaco qui e non a Bruxelles o all’Onu. Un sindaco che spieghi, ad esempio, come il lavoro che rappresenta il suo fiore all’occhiello, d’altronde è facile perché l’unico praticamente in 9 anni, ovvero il nuovo sottopasso del Baldaccio, possa essere attraversato, alla prima pioggia, solo in barca. Ci spieghi sindaco se ha regalato alla città un bypass stradale o un pozzo d’accumulo di acqua piovana, inservibile in giornate di maltempo e perfino pericoloso. Potrei proseguire: parliamo degli ulteriori 40.000 euro per gli annusatori, dello Youth Music Festival, della Scuola Lirica, del Disco Factory, delle consulenze o dei direttori delle fondazioni. Tutti temi sui quali ho chiesto, sempre in base alle mie prerogative di eletto, rendicontazione. Nel frattempo, a dispetto dei velleitari annunci dell’assessore Casi, voli stavolta non aerei ma pindarici, a cui giusto oggi se ne aggiunge un altro, i crateri lunari nelle strade si accumulano. E pensare che in questa giunta i cosiddetti ‘competenti’ ci sarebbero: tre ingegneri e un architetto. Ma a oggi sembra tristemente il titolo di un film”.

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