Troise non trova l'Arezzo: "Manca la motivazione". E chiede scusa ai tifosi

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Quella che sembrava una stagione iniziata sotto i migliori auspici, con tre vittorie consecutive, due in Coppa contro Vis Pesaro e Ascoli e l'esordio in campionato col Campobasso, si sta rivelando complicata per l'Arezzo che in due trasferte rimedia 6 reti siglandone solo una su rigore ieri sera Pineto. L'analisi spietata di Emanuele Troise al termine del match.

Un Arezzo involuto, come mai?

"E' mancato anche stasera l'elemento essenziale per affrontare questa categoria: la motivazione nel cercare il risultato, vanno in secondo piano tutti gli altri discorsi. Dobbiamo parlare poco, i contenuti, l'organizzazione, la tattica. Dall'altra parte arriva una squadra che dopo 20 minuti ci tira in porta e ci fa gol, a noi manca la cattiveria, poi la mettono sul piano della grinta e perdiamo lucidità. C'è da chiedere scusa ancora una volta ai tifosi. Al di là dei valori degli organici, di quello che si può preparare, di quanto puoi stare bene in campo, dall'altra parte si è visto una squadra che ci ha surclassato sul piano delle motivazioni nella ricerca della vittoria".

Le reti sono state subite su azioni simili, cross in mezzo e uno contro uno. Disattenzioni o manca l'amalgama in campo?

"E' impensabile concedere l'uno contro uno, era il 24°, in un attacco alla profondità la palla arriva a Del Sole e ci fa gol, mentre noi avevamo il controllo del campo. C'è da mettere cattiveria agonistica, la motivazione che serve. Poi tutti gli altri discorsi vengono a mancare. Anche il secondo gol è un cross e un uno contro uno. Poi devi rincorrere il risultato e si comincia a perdere lucidità".

Negli ultimi giorni sono arrivati quattro nuovi giocatori, oggi dal primo minuto hanno esordito Ogunseye e Tavernelli. Devono ancora integrarsi col resto del gruppo?

"Non è una questione di singoli, a Pesaro mancava Pattarello dall'inizio, oggi Pattarello c'era, ma l'esito è stato lo stesso, Ogunseye ha fatto il suo per quello che aveva, lo stesso Tavernelli".

Un primo tempo fatto alla grande, ma l'Arezzo non ha concretizzato

"Siamo stati alti, abbiamo sviluppato, ma se non ci metti la stessa cattiveria degli avversari nel finalizzare... rispetto a Pesaro era una gara diversa, ma i giocatori che abbiamo devono svestirsi del nome che portano e mettere in campo cattiveria agonistica. Siamo esperti, siamo maturi, vedo che in settimana le partite le prepariamo benissimo, ma anche oggi siamo stati sotto tono. Continuiamo ad uscire dalla mentalità che è l'essenza di questa categoria. Mi prendo la responsabilità anche stasera, vorrei dare il 30, 40% delle motivazioni, mi va di chiedere scusa, abbassare la testa, lavorare come stiamo facendo perchè non conosco altra ricetta, dobbiamo curare tutti i dettagli. La responsabilità più grande è di non mettere la mentalità necessaria".

La sconfitta di Pesaro ha lasciato scorie?

"La sconfitta di Pesaro e quella di stasera le devi portare in campo, sono quelle ferite che devono insegnare che non ci può essere un momento in cui lasci a casa le motivazioni. L'ho detto ai ragazzi prima della partita.  'Mettersela alle spalle' è una frase fatta.

La differenza l'ha fatta solo la motivazione o c'è dell'altro?

"Sotto l'aspetto tecnico-tattico la squadra ha recuperato tanti palloni con la pressione, ha sviluppato, è riuscita a creare occasioni. Del Pineto ricordo il primo gol nel primo tempo, poi ci sono state occasioni in cui potevamo pareggiare con Gaddini, non voglio parlare degli episodi e dell'arbitro e del presunto rigore su Guccione. Nel momento in cui abbiamo creato queste queste circostanze, c'è stata la bravura del Pineto nel concretizzare al massimo le occasioni avute".

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