Triste, solitario y final
L’Arezzo non c’era, né con la testa né con le gambe, nonostante una cornice di pubblico finalmente vera, nonostante una curva fantastica che ha sostenuto fino al 95° i propri colori, sebbene fosse evidente l’inferiorità rispetto all’avversario. Sono mancati tutti, i giocatori più rappresentativi e quelli più dinamici, i giovani i gli esperti. Il Follonica Gavorrano nel primo tempo ci ha impartito un’autentica lezione di gioco. Ben disposti in campo, organizzati nella manovra, i rossoblu di Bonura hanno dimostrato personalità e idee, condizione fisica e schemi mandati a memoria. Certamente il “non esserci“ degli amaranto li ha agevolati ulteriormente, ma lo 0-2 al termine dei primi quarantacinque stava addirittura stretto agli ospiti. Solo nei primi cinque minuti del secondo tempo la squadra è parsa avere una reazione più d’orgoglio e volontà che di idee, concretizzatasi in 4 conclusioni dal limite terminate fuori di non molto. Lì se la dea bendata ci avesse assistito poteva forse cambiare la partita, ma Eupalla s’è da tempo sdegnata nei nostri confronti per l’impressionante serie di corbellerie calcistiche collezionate e, terminato lo slancio impotente, si è tornati al fraseggio stantio per linee orizzontali, a qualche lancio per uno spento Calderini che dopo aver cantato e portato la croce per tre mesi abbondanti, ha finito le pile. Da lì alla fine il portiere ospite non ha praticamente corso più pericoli, mentre è stato il Gavorrano a sfiorare in un paio di circostanze il gol del “cappotto”. Di questa partita si salva solo il pubblico, per il resto i giudizi non possono che essere impietosi. La partita contava per dare almeno un senso di riscatto morale ad una stagione comunque negativa . Ricordo (lo ha fatto con grande onestà intellettuale anche Cutolo nel dopo partita) che eravamo partiti per vincere il campionato come proclamato dopo l’umiliante retrocessione di dodici mesi fa e che siamo stati in lotta per il primato si e no per due mesi. Invece sono emersi tutti i limiti di questo gruppo. Tecnici, negli under inguardabili (ad eccezione del portiere) che in questa categoria determinano il 40% della formazione che ogni domenica va in campo e negli over, per lo più di modesto livello. Tattici, per un gioco che non c’è mai stato, né con l’Arezzo 1 di Strambelli, né con l’Arezzo 2 di Calderini. In entrambi i casi la manovra era affidata all’estro ed all’invenzione del singolo, mentre il resto fluiva con enorme difficoltà, senza avere mai dato la sensazione che ci fosse una idea di gioco alla base. Troppe volte chiunque ci affrontava (anche squadre ben più modeste) dava la sensazione di avere un’organizzazione e posizioni sul terreno che noi non avevamo; poi magari si andava a vincere per le prodezze del singolo, ma senza incidere con una manovra conseguente. La fase difensiva è stata una tragedia da inizio stagione, con gol beccati a difesa schierata, per amnesie collettive, per letture errate. Infine l’aspetto mentale. Nella prima parte del campionato la squadra si sfaldava ogni volta andava sotto. E’ successo a San Giovanni, è successo a Gavorrano nell’andata, per tacer dell’onta di Poggibonsi e dell’umiliazione col Trestina. Nella seconda parte del campionato era sembrato che si fosse trovata una soluzione almeno a questo aspetto, ma la partita di ieri sera ci ha di nuovo dimostrato che la testa stava altrove. Lo stesso Mariotti con cambi assurdi e cervellotici (prima l’inutile avvicendamento Campaner-Ruggeri, il nulla per il nulla, poi i 4 entrati contemporaneamente un po’ a vanvera), ha dimostrato di essere fuori dal contesto. E’ finita così con un’altra umiliazione. L’ennesima di questi ultimi due terribili campionati. A tratti ho avuto la sinistra sensazione di rivivere l’allucinante pomeriggio di un anno fa a Cesena, anche se stavolta l’avversario le motivazioni ce le aveva per davvero, a differenza dei romagnoli. Al dunque squadra svuotata, prestazione indegna, obiettivo (nemmeno quello principale, ma quello di consolazione) fallito miseramente. Alla fine la contestazione verso squadra e società deriva da due anni di frustrazioni continue. Un‘altra stagione da dimenticare va in archivio. Triste, solitario y final.