In vino veritas

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“Non me la bevo”: arriva il libro che sfata i miti e le fake news sul vino. Giovedì pomeriggio 11 luglio presentazione nella terrazza della Fraternita dei Laici in Piazza Vasari. Un testo costruito sulla ricerca scientifica e storica dall’autore professor Michele Fino

AREZZO - “In vino veritas”, ma il proverbio completo prosegue con “…in aqua sanitas” (nel vino c’è la verità, nell’acqua la salute) c’è chi lo attribuisce a Orazio e chi a Plinio il vecchio. Ma è proprio così?

Giovedì prossimo, alle 18,00, nella splendida terrazza del palazzo di Fraternita in piazza Vasari, sarà presentato il libro “Non me la bevo”, scritto da Michele Fino, professore associato all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, appassionato di tutto ciò che ruota intorno al vino: cantine, processi di vinificazione, storie dei vigneti, conoscenza dei terreni e dei climi, marketing, storytelling e studi scientifici.

Si tratta di sfatare miti e fake news che nei secoli si sono sedimentate attorno a questo prodotto di cui l’Italia e la Toscana in particolare, sono terra di elezione e produzione.

“Non me la bevo” non è una guida, non è un resoconto di viaggio, e nemmeno un racconto personale. L’Autore lo mette subito in chiaro. Molto più semplicemente è un vademecum per tutti coloro che amano il vino «ma non si raccapezzano (più) tra etichette, slogan, inviti, che stentano a capire se siano animati da voglia di condividere o di vendere». Fare debunking, insomma, e demolire alcune convinzioni sul vino tanto errate quanto radicate nel sentire comune, stimolando nel lettore un approccio (più) critico. Dopotutto, se è vero (come è vero) che il vino è in assoluto il prodotto agricolo che sviluppa il più alto valore aggiunto, tocca mantenere gli occhi sempre ben aperti per non finire vittime inconsapevoli di “chi ce la vuole raccontare” e basta.

Fino destruttura e ricostruisce ogni aspetto di questa bevanda. Non è vero che il vino si è sempre fatto nello stesso modo dalla notte dei tempi. Come non è vero che il vino contadino è sempre meglio di quello industriale. Fino a Pasteur, la riuscita del vino era affidata a buone pratiche, ma spesso senza che se ne conoscesse il senso. E non è per nulla scontato che il vino naturale sia più naturale del vino trattato.

Michele Fino parla poi di etichette e delle informazioni che possiamo cogliere leggendole attentamente, della storia delle denominazioni d'origine italiane, di differenze tra vino biologico, biodinamico, vegano, naturale.

L’iniziativa di giovedì pomeriggio è inserita nel calendario di conferenze organizzate dalla Fraternita dei laici, che, tra l’altro, è proprio produttrice di vini biologici che stanno rapidamente scalando le classifiche di qualità dei vini italiani.

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