Banca Etruria, quindi i clienti erano correttamente informati. Clamorosa sentenza di assoluzione
Uno dei capitoli chiave della complessa vicenda giudiziaria riguardante il crac dell’ex istituto di credito aretino, che riguardava i rapporti tra i vertici della banca e i risparmiatori travolti dal fallimento. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Julia Maggiore, aveva chiesto per tutti condanne a un anno e sei mesi con l’accusa di avere fornito ai risparmiatori informazioni non corrette riguardanti la vendita di obbligazioni di Banca Etruria. Per Maggiore, i manager nascosero i rischi dei bond: in pratica, sui prospetti sottoposti alla clientela, spesso piccoli risparmiatori, non sarebbe stato specificato il grado di rischio delle obbligazioni. Non solo: la clientela ignorava lo stato di crisi in cui versava Banca Etruria. Di tutt’altro avviso giudice monocratico Stefano Cascone del Tribunale ad Arezzo: per i primi due prospetti emessi per le obbligazioni del 2013 il reato è andato prescritto, mentre per quello relativo obbligazioni successive, «il fatto non sussiste». Presenti in aula le parti civili, oltre agli imputati Luca Bronchi, ex direttore generale e David Canestri, ex responsabile settore risk management. L’ex presidente Giuseppe Fornasari era rappresentato dagli avvocati. In un altro filone di indagine, Fornasari e Bronchi sono stati condannati a 5 anni con rito abbreviato per bancarotta semplice. Resta in piedi il procedimento per le cosiddette «consulenze d’oro».