Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

domenica | 02-02-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Martina Rossi, la Cassazione conferma le condanne a tre anni: fuggiva da tentativo di stupro

La Cassazione chiude il caso

Dopo oltre dieci anni da quel tragico 3 agosto 2011 e 5 diversi processi, la Corte di Cassazione ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati, di fatto confermando la sentenza del 28 aprile 2021 e scrivendo la parola fine su una vicenda giudiziaria infinita: la studentessa genovese Martina Rossi morì precipitando dal sesto piano di un hotel a Palma di Maiorca perché stava fuggendo da un tentativo di stupro, non con intento “suicidario“. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, di Castiglion Fibocchi, oggi 30enni, dovranno scontare 3 anni di pena per il tentato stupro. L’altra accusa nei loro confronti, la morte come conseguenza di altro reato, è prescritta. Il sostituto procuratore generale Elisabetta Ceniccola ha ricordato che “Martina non aveva i pantaloncini, che indossava, e non sono più stati ritrovati. Per la Corte d’appello – ha sottolineato – era illogico che la ragazza girasse in albergo senza pantaloncini e senza ciabatte. Il tutto avvalorato dalle lesioni sul corpo di Martina, oltre a quelle riconducibili alla caduta dal terrazzo e i graffi di Albertoni“.

Una vicenda giudiziaria infinita

La prima sentenza risale al 14 dicembre 2018 ed è quella del tribunale di Arezzo: Albertoni e Vanneschi furono condannati a 6 anni ciascuno per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro delitto. 

Il verdetto di primo grado fu ribaltato in appello dalla Corte di Appello di Firenze, che il 9 giugno 2020 aveva assolto i due “perché il fatto non sussiste“. 

Dopo il ricorso della Procura generale di Firenze e dei genitori di Martina, il 21 gennaio 2021 la Cassazione aveva ordinato un nuovo processo di appello a Firenze, le cui motivazioni demolivano le precedenti determinazioni dei giudici di appello, i cui esami furono definiti addirittura “superficiali”: “I giudici di appello, con un esame invero superficiale del compendio probatorio, hanno ritenuto di ricostruire una diversa modalità della caduta della ragazza, cadendo in un macroscopico errore visivo di prospettiva nell’esaminare alcune fotografie, quanto all’individuazione del punto di caduta, individuandolo nel centro del terrazzo“.

Nel frattempo, però, il reato di morte come conseguenza di altro reato era già andato prescritto.

Si arriva al 28 aprile 2021, quando i giudici fiorentini accolgono i rilievi della Suprema Corte, tornando a quanto stabilito dai magistrati di Arezzo: “Gli elementi indiziari che il processo ha faticosamente acquisito sono tutti convergenti nell’affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Martina Rossi la mattina del 3 agosto 2011 precipitò della camera 609 dell’albergo Santa Ana di Palma di Maiorca nel disperato tentativo di sottrarsi a una aggressione a sfondo sessuale posta in essere in suo danno da entrambi gli imputati“. A questo punto i legali di Albertoni e Vanneschi fanno ancora ricorso chiedendo che la Cassazione torni a pronunciarsi sul caso.

La sentenza e “Non una di meno”

Ieri i ricorsi sono stati giudicati “inammissibili” dalla Cassazione, mentre all’esterno, in piazza Cavour, a Roma, era in corso un sit-in dell’associazione “Non Una di Meno”. “Verità e giustizia per Martina” e “La vittima non si processa, la morte non si prescrive“, questo quanto scritto sugli striscioni.

Bruno, Franca e l’avvocato Fanfani

Alla fine ha vinto la tenacia della famiglia Rossi, Bruno e Franca, i genitori di Martina, circondati e sostenuti dalle attiviste di “Non una di meno” e altre associazioni. “Non ci deve essere più nessuno che possa permettere di far del male a una donna e passarla liscia. Ora posso dire a Martina che il suo papà è triste perché lei non c’è più, ma anche soddisfatto perché il nostro paese è riuscito a fare a giustizia”, ha dichiarato Bruno Rossi.  L’avvocato Luca Fanfani va oltre: “Martina è morta in conseguenza di un tentativo di stupro, non esiste un’altra verità. Ora la Spagna chieda scusa per come archiviarono dopo tre ore e affittarono la camera“.

Sulla stessa notizia:

Caso Martina Rossi, la Suprema Corte rinvia. Tensioni di fronte al palazzo

Martina, vicenda giudiziaria infinita: il caso torna in Cassazione

Martina, le motivazioni della sentenza: fuggiva da un tentativo di stupro. Escluso il suicidio

Martina Rossi, appello bis: Albertoni e Vanneschi condannati a 3 anni per tentata violenza di gruppo

Martina Rossi, il giorno della difesa: “Processo indiziario, Albertoni e Vanneschi da assolvere”

Processo d’appello bis Martina Rossi, corsa contro il tempo. Albertoni e Vanneschi in aula, il pg chiede tre anni

Martina Rossi, tutto da rifare: per la Cassazione Albertoni e Vanneschi devono tornare a processo

Martina Rossi, la Procura ricorre contro assoluzione: “Non convince il senso dell’intercettazione”

 

Articoli correlati