La Calabria meno conosciuta abbinata al jazz di Ponticelli e Rubegni alla Taverna Pane e Vino di Cortona

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La Calabria meno conosciuta abbinata al jazz. La Taverna Pane e Vino di Cortona è pronta ad una serata fuori dagli stereotipi, con il terzo appuntamento di “Osti vini e posti”

In aggiunta alla cena-evento di questo venerdì 5 aprile, i partecipanti potranno ascoltare le note suonate da due musicisti del calibro di Francesco Ponticelli al contrabbasso e Mirko Rubegni alla tromba. L’iniziativa al ristorante si intreccia questo venerdì con il programma del Cortona Jazz Club, che porta in città nomi importanti del panorama jazzistico nazionale.

«Siamo molto fortunati ad avere grandi talenti, originari di queste parti, che si rendono disponibili per serate del genere» commenta Arnaldo Rossi, titolare della Taverna Pane e Vino e ideatore di “Osti vini e posti”.

Il duo jazz si esibirà durante l’aperitivo nell’atrio del locale. Dopo la cena vera e propria, anche la chiusura sarà in mano a Ponticelli e Rubegni, con la seconda parte del concerto accompagnata da pecorino stagionato e Cirò calabrese.

La serata guarderà alla costa ionica della regione che fa da punta allo stivale italiano. È il terzo episodio del ciclo di rendez-vous cortonesi in cui menù e vini trasportano il racconto del territorio che li produce e delle sue tradizioni. Rossi ha selezionato con attenzione osti e vignaioli da invitare nella sua taverna per integrare la narrazione a tavola con l’esperienza sul campo.

Stavolta i riflettori saranno puntati sul Cirò, in particolare su quello prodotto da Francesco de Franco nella sua azienda ‘AVita. «È un vino interessantissimo di quella terra ma poco noto in Italia» spiega Rossi. «L’uva si chiama Gaglioppo. Questo vino ha alcune caratteristiche uniche, principalmente il fatto che ha molti tannini. È abbastanza sgraziato se bevuto “giovane”, i produttori devono cercare di lavorarlo in punta di piedi per restituirgli la sua tipicità e dargli piacevolezza». De Franco è tra quelli che ci riesce meglio, secondo il ristoratore toscano. «Produce vini naturali, come quelli che io promuovo sempre. È un vignaiolo che rispetta il Gaglioppo e lo propone nella sua purezza». Un vitigno ostico per i vini rossi ma che, trattato con maestria, porta a risultati che non hanno nulla da invidiare alle grandi etichette piemontesi. «In degustazione “bendata”, se ti dò un bicchiere di Barolo e uno di Cirò, devi essere abbastanza bravo per distinguerli. Si somigliano molto. E poi il Cirò invecchia davvero bene. Noi infatti serviremo una riserva del 2013».

Passando al cibo, i presenti degusteranno prelibatezze della tradizione regionale, ma nell’ottica di valorizzare pietanze che anche gli appassionati di cucina hanno assaggiato più di rado.

«Cercheremo di proporre qualcosa di tipico ma non scontato. De Franco mi spedisce il capretto, il pane, le arance, i pecorini, i salumi: tutto ciò che serve per una cena calabrese in piena regola. Però, per esempio, non ci sarà la ‘nduja, anche perché nella zona di cui è originario il vignaiolo nostro ospite questo insaccato non esiste».

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Bianca Sestini

Bianca Sestini

Sono laureata in giurisprudenza e ho concluso il praticantato presso la Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" della Luiss di Roma. Parlo Inglese e un po' di Francese. Sono appassionata di fotografia, documentari e podcast della Bbc. Società, viaggi, cultura e scienza sono le aree che sono più curiosa di esplorare.