Spacciatore seriale, terzo arresto: ai domiciliari, lo aiutavano due complici

. Inserito in Cronaca

Era sottoposto già da qualche tempo alla misura degli arresti domiciliari il disoccupato albanese arrestato ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di San Giovanni Valdarno per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

L’uomo, già arrestato per ben due volte dai militari dell’Arma proprio per reati connessi allo spaccio ed alla detenzione di droga, fu sorpreso a spacciare droga da casa già una prima volta, diversi mesi fa, proprio mentre si trovava a gli arresti domiciliari a Montevarchi. Da quel momento fu trasferito in carcere, ma dopo qualche mese è riuscito ad ottenere nuovamente la misura degli arresti domiciliari, questa volta a San Giovanni Valdarno presso l’abitazione formalmente intestata ad una anziana signora, ma in cui abita anche il figlio tossicodipendente della donna. Sottoposto ai normali controlli per chi è ristretto agli arresti domiciliari, nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita d’iniziativa dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, sono stati rinvenuti poco meno di sei grammi di cocaina e quasi un grammo di “crack” oltre ad un bilancino di precisione proprio nella stanza occupata dallo spacciatore albanese. Durante la medesima perquisizione veniva denunciato, poiché trovato in possesso di quasi un grammo di cocaina il figlio della donna proprietaria della casa, stessa sorte è toccata alla giovane fidanzata dello spacciatore, una disoccupata italiana con qualche piccolo precedente, trovata in possesso di un telefono cellulare, posto sotto sequestro. Lo spacciatore albanese è stato dunque arrestato per la terza volta consecutiva per il medesimo tipo di reato e sottoposto ad udienza con rito direttissimo ove è stata decretata nuovamente la misura degli arresti domiciliari proprio nella stessa abitazione dove qualche ora prima era stato sorpreso a spacciare dai militari dell’Arma, in attesa dell’eventuale adozione da parte dell’autorità giudiziaria di un aggravamento della misura detentiva che porterebbe l’uomo nuovamente in carcere.

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