Suore indagate ad Arezzo: "Contro di noi menzogne", i legali: "Buona fede, lo dimostreremo nel processo"

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Truffa aggravata per 8 mila euro: questa l'accusa mossa dal p.m. Iulia Maggiore nei confronti di 4 suore dell'ordine di Santa Elisabetta: i pacchi alimentari dei fondi europei per i poveri sarebbero stati destinati a strutture convenzionate

8 mila euro: a tanto ammonterebbe il valore della merce, provenienza Unione Europea destinata agli indigenti e rivenduta invece al servizio sanitario nazionale. Verrebbe da ridere, oppure da scadere in facili battute del genere "non c'è più religione", se la cosa non fosse tremendamente seria, viste le accuse di truffa aggravata ai danni dell'Unione Europea mossa  nei confronti di 4 religiose, due italiane e due indiane, dalla procura della Repubblica di Arezzo, dopo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza.

Il raggiro è emerso a seguito di un'indagine fiscale portata avanti dalle Fiamme Gialle di Arezzo: secondo le accuse mosse alle sorelle di Santa Elisabetta, pacchi alimentari ottenuti con fondi europei e destinati agli indigenti, sarebbero stati riciclati con altra destinazione: la Residenza sanitaria assistita per anziani di Pratovecchio, struttura convenzionata dalla quale le suore avrebbero ricevuto il rimborso. In pratica, secondo le accuse,  avrebbero lucrato su aiuti dell'Unione Europea. 

Le quattro suore terziarie francescane figlie di Santa Elisabetta, due di Arezzo e due di Firenze, dalla sede aretina di Via XX Settembre  e da quella fiorentina di Viale Michelangiolo,  definiscono "menzogne" le accuse mosse dalla Procura della Repubblica, che intanto ne chiede il processo. Anche dai legali delle sorelle si parla di "buona fede".

I prodotti, in un primo tempo sequestrati dalla Guardia di Finanza, sono stati consegnati alla Caritas. 

Le Suore di Santa Elisabetta si dedicano alla cura dei poveri, dei malati e degli emarginati, all'educazione cristiana dell'infanzia e della gioventù ed alla formazione religiosa degli adulti. La congregazione, presente in molti paesi, conta circa 1700 religiose in oltre 200 case. La "casa madre" in Casentino si trova al Casalino, nel comune di Pratovecchio - Stia, fondata nel 1888, 130 anni fa.

Nella foto: suore in preghiera

 

 

 

 

 

 

 

 

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