Giardini Anfiteatro chiusi: "E' colpa del comune". La replica: "Mistificazione"

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La direttrice del Museo Archeologico Maria Gatto è tornata sulla questione dei Giardini Anfiteatro, imputando responsabilità all'Amministrazione comunale, che in una nota replica duramente: "carenza decisionale di un dirigente che non è stato in grado di portare avanti le proprie scelte e che ha deciso di scaricare le responsabilità sul non aiuto da parte del Comune, che in realtà le è sempre stato vicino e non si è mai tirato indietro davanti alle richieste della cittadinanza"

Torna a deflagrare la vicenda della chiusura del Parco dell'Anfiteatro ad Arezzo. Si segnalano, in proposito, l'iniziativa dei consiglieri regionali PD De Robertis e Ceccarelli, che hanno presentato un'interrogazione alla Giunta regionale toscana, chiedendo di mobilitare il Ministero: "L’Anfiteatro Romano di Arezzo è un patrimonio straordinario e va riaperto" e la presa di posizione dei consiglieri comunali Marco Donati e Valentina Sileno (Scelgo Arezzo): "Dopo i ritardi e le lentezze burocratiche emerge anche il menefreghismo dell’amministrazione Ghinelli”.

Ma a far sobbalzare Palazzo Cavallo è stata la direttrice del Museo Mecenate dott.ssa Maria Gatto, che, dopo aver chiesto collaborazione, ha imputato al Comune di Arezzo precise responsabilità.

L'Amministrazione comunale ha diramato in proposito una nota di replica:

“Per fare il direttore di un museo archeologico di Stato occorrono anni e anni di studi di storia, e sull’archeologia, capacità organizzative, conoscenze amministrative, capacità di mediazione con il personale, ed evidentemente una dose non comune di coraggio. Di certo il coraggio non manca alla dottoressa Gatto, direttrice del museo archeologico aretino, dimostrato nel sostenere, come si evince dall'intervista pubblicata oggi, che “il Comune non ha fatto la sua parte” riguardo alla questione della chiusura dei giardini dell'Anfiteatro. Coraggio perché nel corso degli anni l'Amministrazione comunale si è fatta sempre carico della manutenzione ordinaria dei giardini pur non essendo questi di proprietà del Comune - impegno peraltro sancito dalla stipula di un accordo firmato nel 2021 -, riguardo la questione specifica. Coraggio perché ella non può certo dimenticare che l'Amministrazione è tempestivamente intervenuta per dare una risposta immediata a seguito della caduta, nel luglio dello scorso anno, di uno dei pini che insistono nello spazio verde adiacente l'area archeologica e che, a seguito di quell'evento, furono avviate verifiche e attuati interventi urgenti alle alberature all'interno dei giardini, a seguito dei quali la stessa Amministrazione aveva dato parere favorevole alla loro riapertura. Coraggio perché non può non ricordare che fu la Direzione regionale dei musei della Toscana che ritenne allora necessaria una ulteriore valutazione da parte di un agronomo, dalla cui relazione emerse la necessità di  interventi più estesi di potatura, abbattimento e rinforzi delle alberature. Da lì si sono susseguiti numerosi incontri per trovare una soluzione alle tante criticità evidenziate nella relazione, per far fronte alle quali ha manifestato il proprio interesse e la propria disponibilità la società AISA Impianti che si è proposta per valutare e coprire sia i costi di intervento sulle alberature, sia quelli per la fornitura di nuovi arredi. Coraggio perché è stata una scelta proprio della direzione del museo archeologico quella di affidare il primo a ditte specializzate dichiarando peraltro lo stanziamento certo della cifra necessaria alla copertura dei costi, mentre proprio in questi giorni è giunta ad AISA, su ulteriore sollecito di quest'ultima, la risposta positiva, ad una disponibilità di AISA messa per iscritto nel maggio scorso, del Ministero riguardo la proposta di sponsorizzazione che consentirà l'acquisto e sistemazione di nuovi arredi.
A fronte di ciò, come si evince, il dato certo è che in tutti questi mesi l'Amministrazione non ha mai ricevuto né richieste né risposte concrete e nonostante ciò ha continuato ad attivarsi anche con le sue partecipate: l'unica certezza è stata la carenza decisionale di un dirigente che non è stato in grado di portare avanti le proprie scelte e che ha deciso di scaricare le responsabilità sul non aiuto da parte del Comune, che in realtà le è sempre stato vicino e non si è mai tirato indietro davanti alle richieste della cittadinanza. Coraggio si ma mistificazione dei fatti no”.

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