Cattivi odori Arezzo, Barone esprime "dubbi su valenza rilievi olfattometrici"

. Inserito in Ambiente

Il problema delle emissioni odorigene moleste che interessa alcune zone della città sollevato dal Comitato “Stop Puzzo Arezzo” ha alcuni aspetti in comune con l’analogo problema sollevato da oltre 10 anni dai cittadini di San Leo, Pratantico, Quarata, Ortali, San Leo, Pratantico, Palazzetti, Montione, Ortali, I Butteri, Quarata, Via Setteponti e affrontato dal Comitato Depuratore Casolino dal gennaio 2020.

Sulla questione dei cattivi odori ad Arezzo, oggetto di dibattito anche nel corso di un recente Consiglio comunale aperto, ospitiamo l'autorevole parere del ing. Roberto Barone, ex consigliere comunale, presidente del Comitato Depuratore Casolino: "Per le mie esperienze lavorative e per quelle che stiamo vivendo tuttora come comitato, ritengo che il problema andava e vada affrontato con la cognizione di causa necessaria per confrontarsi con Comune ed AISA Impianti, in quanto la questione è innanzitutto di tipo tecnico ed organizzativo.

Nonostante le rassicurazioni del Sindaco a loro volta fornite da ASL e ARPAT a seguito di verifiche e controlli, incominciamo con evidenziare che, come previsto, le verifiche sono anche basate sull’acquisizione di documenti di autocontrollo forniti dallo stesso gestore e che vari controlli da parte degli Enti sono previsti con cadenza annuale. Bisognerebbe porsi alcune domande: se è stato rispettato finora il Piano di Monitoraggio e Controllo in vigore, demandato alla stessa Società AISA pur essendo un documento necessario principalmente per la verifica della conformità dell’esercizio dell’impianto alle condizioni prescritte nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Quali sono state, sin dall’insorgere del problema, le azioni intraprese dai responsabili della gestione dell’impianto e se esse sono state condotte nel rispetto di un Piano di Azione interno che dovrebbe essere stato predisposto appositamente per far fronte a emergenze di tipo ambientale; piano che tra l’altro, proprio per la sua importanza in termini di conseguenze sulla ecologia del territorio, sulla qualità della vita e sulla salute dei cittadini, dovrebbe essere stato a suo tempo trasmesso anche al Sig. Prefetto di Arezzo. In tutti gli anni di esercizio, quali accorgimenti di tipo tecnico ed organizzativo sono stati adottati dal gestore in maniera preventiva nella consapevolezza che questi impianti per loro natura producono maleodoranze, al fine di evitarle o minimizzarle a priori. Vale evidenziare che almeno dal 2009 se non anche prima, con AIA rilasciata con decreto dirigenziale n° 126/EC emesso dalla Provincia di Arezzo, il gestore veniva richiamato proprio sull’aspetto emissioni odorigene. Ciò tenendo anche conto che suo compito è ricercare ed applicare all’impianto le migliori tecniche in tema di gestione ambientale nel tempo disponibili con l’evoluzione tecnologica (BAT), come da prescrizione appositamente prevista nell’AIA.

Dopo quasi un anno, dalla possibile causa inizialmente indicata dal Comune, i rifiuti provenienti da Grosseto, siamo passati all’intenzione di effettuare rilievi olfattometrici perché, come afferma il Sindaco, non è certa l’origine del fenomeno.

Grossi dubbio sull’efficacia del Consiglio Comunale aperto c’erano, soprattutto per la maldestra pubblicizzazione dell’esposto che ha offerto ai consiglieri di maggioranza la possibilità di non esprimersi. Dubbi sulla valenza dei rilievi olfattometrici anche, come nel nostro caso, in cui è risultato che il problema non è rilevante, ma in realtà esiste, come sanno bene i cittadini delle zone interessate".

Ing. Roberto Barone

Presidente

Comitato Depuratore Casolino

Ex Consigliere Comunale

Tags: depuratore del casolino cattivi odori