Uffici postali chiusi, i sindacati respingono le polemiche

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"Ognuno, nel proprio ruolo, faccia il suo". A parlare sono Daniele Mugnai di Poste CISL Arezzo e i segretari territoriali di SLC-CIGL e UIL-Poste, viste le polemiche che stanno nascendo sulle chiusure degli uffici postali. L'obiettivo delle organizzazioni sindacali è definire in maniera precisa le attività inderogabili, sia per gli sportelli sia per il recapito e, non a caso, a giorni ci sarà un incontro a Roma con il ministro Stefano Patuanelli.

"Ci risulta incomprensibile", dicono i segretari, "che in questa situazione alcune amministrazioni permettano ancora che 'orde barbariche' assaltino gli uffici postali e di recapito per un estratto conto, per ricaricare di 10 euro una PostePay o per pagare un bollettino che scade fra settimane o per cercare una fantomatica lettera. Le razionalizzazioni sono dovute proprio a questi comportamenti irresponsabili che i lavoratori di Poste non riescono a gestire e che, comunque, sono state concordate con il Governo".

"E poi, ci risulta incomprensibile", proseguono SLP-CISL, SLC-CIGL e UIL-Poste, "come alcune amministrazioni - e sottolineiamo non tutte - giustamente hanno fatto chiudere uffici pubblici, parchi e cimiteri, ma accettano passivamente e senza adeguati controlli comportamenti così pericolosi; lo stesso vale anche per coloro che tutti i giorni si recano a fare la spesa! Poste e i vari centri commerciali non possono essere visti come luoghi di svago e sia chiaro che a noi preme sia la salute dei lavoratori di Poste sia dei cittadini".

"Questi", concludono le tre sigle sindacali, "sono atteggiamenti che vanno contro le direttive del Governo e, siccome stiamo vivendo una situazione di estrema emergenza e pericolosità, ognuno nei propri ruoli faccia quanto gli compete, perché solo così potremo venirne fuori, e magari sospenda la campagna elettorale".

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