Scuola e tecnologia, alleate contro il Covid. Artini: "La Dad ha funzionato" Ar24Tv

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Sperimentazioni, futuro della scuola e buoni risultati della DAD (Didattica A Distanza). Anche grazie al contributo di aziende leader di settore, come SAIMA. Arezzo24 ne parla con il Prof. Alessandro Artini, dirigente scolastico dell'ITIS "Galileo Galilei" di Arezzo.

Scuola e ripartenza. Prima tappa, la Maturità 2020. Il decreto scuola, divenuto legge sabato 6 giugno, fissa la data d'inizio degli Esami di Stato del secondo ciclo al 17 giugno. Quale sarà il futuro della scuola e cosa si è organizzato in vista degli Esami di Stato? Arezzo24 l'ha chiesto al preside dell'Istituto Tecnico Industriale "Galileo Galilei" di Arezzo, il Prof. Artini.

Giulia: Quali misure sono state adottate dall'ITIS in vista degli esami di maturità?

Alessandro Artini: Abbiamo lavorato unitamente al responsabile della sicurezza della scuola, l'Ing. Cambi, e insieme al Dott. Luca Vannuccini, il medico che si occupa della nostra scuola, elaborando un documento in previsione dell'Esame di Stato. Ovviamente in primo luogo abbiamo tenuto in considerazione le indicazioni offerte dal CTS, il Comitato Tecnico Scientifico, e le abbiamo declinate, adattate alla realtà della nostra scuola. In sostanza avremo 8 commissioni d'esame. Terremo quest'ultime nella sede centrale; sarebbe inopportuno utilizzare i plessi, in quanto la forza lavoro della scuola, il personale ATA, i collaboratori scolastici e anche gli amministrativi della nostra scuola risulterebbero più dispersi nei contesti dei tre edifici (sede centrale e due plessi).

Entrata e uscita saranno diverse, quindi il luogo di accesso non corrisponderà al luogo di uscita dalla scuola. Così facendo, i commissari e il presidente della commissione entreranno in maniera scaglionata, ad orari diversi. Poi seguiranno un percorso che condurrà loro ad un'uscita specifica. In questo caso sarà un'uscita d’emergenza del primo e del secondo piano.

Però abbiamo fatto anche qualcosa di più, perché abbiamo contattato un'azienda aretina molto importante, il sociologo De Rita direbbe 'una multinazionale tascabile', perché la SAIMA produce apparecchiature e macchine che vende in tutto il mondo. Un'azienda prestigiosa che onora il nostro territorio. Con SAIMA abbiamo convenuto una sperimentazione: ci offre tre tipi di apparecchiature e avrà modo non solo di installarle e provvedere alla loro manutenzione ma anche di verificarne il funzionamento all'interno di un'organizzazione complessa come la scuola.

Le macchine sono le seguenti: uin varco da installare presso l'entrata della scuola e che sottoporrà̀ chi lo attraversa a misurazione della temperatura. In questo caso sarà consentita la facoltà di scelta, va da sé che a tutela sia dei singoli che della collettività la possibilità di misurarsi la febbre è molto importante. Poi, un apparecchio people counter da porre all'ingresso di un bagno e che avvertirà, con una specie di semaforo, se è possibile accedervi oppure no. Entrate ed uscite nei bagni sono le stesse e ciò farà evitare assembramenti. Inoltre, alcuni ciondoli elettronici, che vibrano e suonano delicatamente se le distanze di sicurezza, tra due persone che li indossano, non sono rispettate. Ovviamente, trattandosi di una sperimentazione, essi saranno indossati solo da coloro che lo vogliono.

A seguito di questa sperimentazione e delle relative valutazioni programmeremo il rientro a settembre, se la normativa andrà in questa direzione. Soprattutto se il rischio di contagio si mantiene basso.

Giulia: Come pensa che sarà la scuola a settembre?

Alessandro Artini: A mio avviso la strada primaria dovrebbe essere quella di creare un mix. Anche la ministra Lucia Azzolina originariamente si era espressa a favore di questa ipotesi, tra didattica in presenza e didattica a distanza. Mi riferisco in particolare ad una proposta che ha espresso Roger Abravanel, editorialista del Corriere della Sera. Il quale suggeriva questa eventualità, la possibilità cioè di suddividere ciascuna classe in due gruppi. Questi gruppi si alternerebbero e contestualmente la didattica, che avverrebbe in presenza, continuerebbe anche a distanza.

Ovviamente dovremmo stabilire dei distinguo, perché la didattica in presenza comporta anche il fatto che i ragazzi stiano 6 ore in classe, a seconda del tipo di istituto. Ad esempio nei professionali la presenza è molto estesa.

È evidente che i ragazzi a distanza non potrebbero rimanere per un tempo così lungo di fronte al computer, quindi dovrebbero essere immaginate porzioni di lezione comuni in presenza e a distanza. Poi i ragazzi a distanza, in un certo momento, potrebbero disconnettersi e magari proseguire con uno studio più individuale, fino alla lezione successiva, uno studio sul libro. È bene che i ragazzi si stacchino dal computer e adottino anche quello strumento multimediale che è il libro e che tutt'oggi è indispensabile alla nostra vita e alla didattica scolastica. Mentre gli altri, quelli in presenza fisica, dovrebbero essere sottoposti alle tradizionali interrogazioni, alle verifiche. Con questo eluderemmo anche tutti i rischi che si hanno quando si somministrano delle prove di verifica nella didattica a distanza. È ovvio che si tratta di un'altra situazione, ben diversa dalla presenza fisica.

Giulia: Secondo lei ha funzionato la didattica a distanza in questo periodo?

Alessandro Artini: Certo. Debbo dire - e lo faccio con legittimo orgoglio - particolarmente bene nella nostra scuola. Noi siamo partiti subito dopo i primi giorni di chiusura delle scuole stesse e praticamente abbiamo adottato lo stesso orario precedente, quello curricolare. Stessa successione di materie quotidiane, però abbiamo drasticamente ridotto la durata di ciascuna lezione. Da 60 minuti siamo passati a 35, ponendo anche degli intervalli, di 5 minuti oppure un quarto d’ora. Perché i ragazzi devono poter staccare, altrimenti l'impegno di concentrazione e la fatica sono davvero eccessivi.

Tutto questo ha consentito a noi tutti di vivere questo caos provocato dalla chiusura della scuola (inevitabilmente una situazione disorientante) con un qualche ordine. Il riferimento all'orario tradizionale ha dato a noi tutti una maggiore compostezza e anche sicurezza. I ragazzi dell'ITIS da allora vanno a lezione tutte le mattine, frequentando 5 o 6 discipline, una lezione per 5, 6 discipline. I ragazzi hanno lavorato, anche duramente. Ma soprattutto tutti i docenti hanno tenuto lezione. Non sarebbe stato possibile coinvolgere più di 1.600 ragazzi se tutti gli insegnanti non avessero fatto la propria parte e questo dà a noi tutti dell'ITIS un certo orgoglio. Lo dico senza falsa modestia.

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Giulia Senesi

Giulia Senesi

Laureata in Filologia, Letteratura e Storia dell’antichità. Sono una grande amante di viaggi e cinema; parlo inglese, spagnolo e un po’ di tedesco. Credo che la scrittura abbia un effetto catartico.