"Umanità e natura tra sopravvivenza e scomparsa. Dipende dalle nostre scelte". La vita secondo Carl Safina

. Inserito in Diario di Bordo

"I problemi del riscaldamento del clima, dell'acidificazione degli oceani, dell'intensità della pesca, del collasso dei coralli e della plastica stanno peggiorando. Le cose che pensavamo essere problemi dei nostri figli stanno accadendo ora, più velocemente del previsto". Intervista al grande biologo statunitense ospite di Arezzo Science Lab

Quello con Carl Safina, biologo statunitense pluripremiato a livello internazionale, sarà l’evento di apertura della nuova stagione di Arezzo Science Lab domenica 10 dicembre alle 17.30 al Circolo Artistico. Porterà una lezione sulla condizione degli oceani e sul suo nuovo libro “Il Viaggio della Tartaruga” edito da Adelphi proprio in questi giorni.

G.A. Professore, la sua attività di scienziato si radica direi indissolubilmente con quella di attivista, per una maggiore consapevolezza dei seri problemi che affliggono l’ambiente e quindi gli oceani di cui è profondo conoscitore. Purtroppo constatiamo ormai nella vita di tutti i giorni gli effetti, ad esempio, dei cambiamenti climatici. Quale realtà ha trovato nel corso dei suoi studi e viaggi?

C.S. I problemi del riscaldamento del clima, dell'acidificazione degli oceani, dell'intensità della pesca, del collasso dei coralli e della plastica stanno peggiorando. Questo rende più difficile la vita in mare. La natura invia avvisi di vulnerabilità e anche messaggi di speranza. Dove le persone scelgono la convivenza vediamo il recupero di popolazioni di tartarughe marine, balene e pesci. Questo sta accadendo al largo della costa orientale degli Usa, dove vivo. Dove ignoriamo i messaggi, vediamo deterioramento, tempeste e incendi più intensi. Quindi dobbiamo scegliere: o la vita e la stabilità per tutti, o il caos per tutto, dalle tartarughe marine alla civiltà stessa. Le cose che pensavamo potessero essere problemi nella vita dei nostri figli stanno accadendo ora, più velocemente del previsto.

G.A. Nel suo libro “il viaggio della tartaruga” edito in Italia da Adelphi, ci porta a conoscere le tartarughe liuto in special modo, che lei definisce in maniera molto immaginifica “il leviatano delle tartarughe”. Cosa le è rimasto sopra ogni altra cosa dell’esperienza in giro per il mondo con questi essere antichi e leggendari?

C.S. Soprattutto che la vita è sul filo di lana tra la sopravvivenza e la scomparsa e che le scelte che facciamo determinano il risultato.

G.A. Una nota stilistica. Il suo libro è un mix: da un lato la parte ovviamente scientifica, dall’altro lato emerge una scrittura profonda, epica in molti aspetti, poetica. Forse anche in maniera maggiore rispetto alle altre sue pubblicazioni. Ha avuto delle ispirazioni letterarie per la composizione di questo libro?

C.S. Da giovane a scuola sono stato molto colpito dalla saggistica che aveva anche una scrittura grande e potente in grado di coinvolgere le emozioni: Peter Matthiessen, Barry Lopez, Rachel Carson e Aldo Leopold mi hanno ispirato.

G.A. Lei ha inaugurato in Italia la bellissima collana della Adelphi “Animalia” con il libro “Al di là delle parole” seguito da “Animali non umani”. Uno dei fili conduttori sono le sinergie tra specie diverse, oltre che da un punto di vista biologico anche da quello neuronale, in virtù di comportamenti e intelligenze. Quale è il suo consiglio introduttivo per chi si avvicina alla lettura dei suoi lavori?

C.S. Tutta la vita è organicamente correlata, c'è una storia della vita sulla terra. Tutte le cose nel mondo vivente esistono in un continuum. scrivo per dare corpo a questa comprensione.

G.A. Tornando alle tartarughe liuto, lei apre il suo libro con una bellissima immagine che cito parzialmente: “Esiste una presenza, nell’oceano, che raramente cogli nelle ore di veglia, e che visualizzi meglio nei sogni. Mentre scivoli nel sonno, le tartarughe cavalcano la curva degli abissi, cercando respiro in superficie e ispirazione dal cielo”. Quale è stato il sogno, Professore, che l’ha mossa in questa ricerca? 

C.S. Non un sogno nel senso del sonno, ma una visione di un mondo intero riempito di vita miracolosa. Questo è il mondo che esisteva fino a poco tempo fa e che ancora si trova tentando di sopravvivere in molti posti. Ed il mio sogno in questo senso è che sceglieremo abbondantemente la vita e la convivenza, oppure più riempiamo il mondo di noi stessi più lo svuotiamo.

G.A. Ha girato il mondo per il suo lavoro. Quali sono le esperienze e le ricerche più promettenti che ha avuto modo di conoscere per la salvaguardia ambientale e degli oceani?

C.S. In tanti posti le persone hanno dedicato la propria vita e il lavoro alla sopravvivenza, al rinnovamento e alla riconnessione di luoghi selvaggi. Questo non è contro le persone, è a fianco delle persone. L'empatia, la gentilezza e il desiderio di convivere, rendono l'umano l'essere migliore che possiamo essere. Dovrebbe essere la scelta più facile. Ho visto spesso che può funzionare. Bellissimo.

Photo by Christian Aslund @Greenpeace

Tags: Arezzo Science lab Carl Safina

Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione