Alluvione, Coldiretti Arezzo: "Ecco la mappa della devastazione"

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Distrutti interi raccolti, strade franate, agriturismi isolati. Inizia la conta dei danni che hanno letteralmente abbattuto l'agricoltura aretina.

Tra le zone maggiormente colpite Arezzo, Olmo, Pieve al Toppo, Monte San Savino, Cesa, Marciano della Chiana, Foiano della Chiana, Manciano e Castiglion Fiorentino. L'evento atmosferico dello scorso 27 luglio è stato letale per la contemporanea presenza di vento forte, bombe d'acqua ripetute e grandine con chicchi del diametro di circa 2-3 centimetri.

"Abbiamo chiesto con urgenza lo stato di calamità", spiega la presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci. "Siamo a conoscenza del fatto che dalla Regione Toscana è stata convocata la giunta per oggi pomeriggio. Quindi ci aspettiamo risposte imminenti e concrete, perché la situazione nelle nostre campagne è allarmante. La grandine è l'evento più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro".

Sono stati completamente distrutti i raccolti di meloni, angurie, pomodori e altri ortaggi estivi come cetrioli, peperoni, melanzane e zucchine. Dalle pere alle pesche e alle mele, anche il raccolto di tutti i frutteti delle aree più colpite è stato totalmente compromesso. Si riscontrano inoltre danni strutturali alle piante, mentre nei frutteti giovani con prima foglia si assiste a un'assoluta inutilizzabilità degli impianti, che dovranno essere fatti "ricacciare" da zero.

In alcune zone compromesso anche il raccolto di vigneti e oliveti, in altre sono stati rasi al suolo tutti gli appezzamenti con tabacco, girasole, mais.

La grandine si è abbattuta anche sulle serre, provocando frane e smottamenti e, in alcuni casi, ha lasciato totalmente isolate le strutture agrituristiche, in gran numero completamente allagate.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente: grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, oltre al rapido passaggio dal sole al maltempo. Tutti fattori che compromettono le coltivazioni nei campi. Un'anomalia evidente nel corso del 2019, segnato da primi mesi particolarmente siccitosi ai quali hanno fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno al secondo posto tra i più caldi e un luglio colpito da tempeste nella sua prima metà. A questo punto sono arrivati giorni di gran caldo fino allo scorso weekend, con il ritorno del maltempo.

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