Urbanistica, architetti Arezzo: "Criticità e potenzialità inespresse"

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L’Ordine degli Architetti PPC di Arezzo interviene sui progetti e sul masterplan recentemente presentati dall’Amministrazione comunale di Arezzo

Antonella Giorgeschi, presidente dell'Ordine degli Architetti di Arezzo: "Abbiamo sempre creduto che alla base della trasformazione della città dovesse esserci una visione complessiva e da tempo concorre alla sua definizione, attraverso il dibattito sulle tematiche dell’urbanistica, dello sviluppo sostenibile e dell’architettura. Le iniziative organizzate negli anni e destinate alla riflessione culturale e disciplinare sulle modificazioni urbane, sono state accompagnate da contributi concreti come in occasione della redazione del Piano Strutturale e Piano Operativo, dove le Osservazioni sono state proposte con una finalità costruttiva e migliorativa. Non volendo, adesso, entrare nel merito dei progetti e del masterplan recentemente presentati dall’Amministrazione a mezzo stampa, rileviamo tuttavia sia delle criticità oggettive, derivanti dalla complessità e delicatezza dei luoghi stessi, quanto altrettante potenzialità non pienamente espresse. L’Ordine degli Architetti PPC per garantire la qualità dei progetti destinati a cambiare la città, promuove convintamente lo strumento del concorso, che assicura contemporaneamente trasparenza, perseguimento del massimo interesse pubblico e qualità dell’esito, oltre a selezionare il progetto migliore rispondente ad un’ idea precisa di trasformazione urbana. L’esperienza ed il patrimonio conoscitivo acquisiti dall’Ordine APPC di Arezzo, nonché il concreto aiuto operativo nell’organizzare concorsi - attraverso gli strumenti dedicati e messi a disposizione dal Consiglio Nazionale degli Architetti PPC -  e la disponibilità a partecipare tanto a tavoli tecnici quanto a dibattiti di approfondimento sulle citate tematiche, sono a disposizione dell’Amministrazione,  per le attuali e future azioni che incidono sul patrimonio collettivo. La pandemia ci ha portato a vivere in una sorta di “tempo sospeso”, ha rallentato le attività e le modalità di relazione ma non deve farci perdere la capacità di immaginare, di analizzare e guidare le trasformazioni: le città e i territori non se lo possono permettere e gli Architetti non lo devono consentire". 

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