Duplice femminicidio: fine pena mai

. Inserito in Cronaca

La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la sentenza della corte d'Assise del Tribunale di Arezzo con la condanna all’ergastolo per Jawad Hicham, il 38enne di origini maghrebine che in un appartamento di via Benedetto Varchi ad Arezzo uccise con un coltello la moglie, Sara Ruschi, 35 anni e la suocera, Bruna Ridolfi, 76 anni, nella notte tra il 12 e il 13 aprile 2023.

Carcere a vita per Jawad Hicham. La Corte d'appello di Firenze, presidente Alessandro Nencini, ha confermato la sentenza del Tribunale di Arezzo del 2 dicembre 2023: "condanna alla pena dell'ergastolo e all'isolamento diurno di un anno, oltre al pagamento delle spese processuali". Entro 90 giorni verranno depositate e rese pubbliche le motivazioni della sentenza. L’avvocato difensore di Jawad Hicham, Maria Fiorella Benati, aveva richiesto una perizia psichiatrica e la rimozione dell’aggravante della convivenza, entrambe respinte dalla corte. Hicham rimane detenuto nel carcere di Prato in attesa di possibili sviluppi, mentre la difesa potrebbe decidere di ricorrere in Cassazione una volta depositate le motivazioni della sentenza.

Una notte tragica

Un clima familiare teso da tempo trasformatosi in tragedia, consumatasi nel cuore della notte il 13 aprile 2023, in un appartamento al terzo piano di una palazzina di via Benedetto Varchi, zona Porta San Lorentino ad Arezzo. Una famiglia multietnica in cui pare che le liti fossero all'ordine del giorno. L'uomo, al culmine dell'ennesimo scontro, impugnò un coltello da cucina con cui sferrò fendenti mortali alla suocera, Bruna Ridolfi, 76 anni, deceduta sul posto. La furia omicida non risparmiò la moglie, Sara Ruschi, 35 anni, colpita da 23 coltellate, come certificato dall'autopsia. La donna venne trasportata all'ospedale San Donato di Arezzo in condizioni disperate, ma le ferite riportate ne provocarono il decesso poche ore dopo, nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita. A dare l'allarme al 118, giunto sul posto con le ambulanze della Croce Bianca di Tegoleto, Misericordia di Subbiano e automedica, uno dei due figli della coppia, di 16 anni. L'altra figlia ha 2 anni. Il 38enne uscì di casa entrando in una cabina telefonica, ma gli uomini della Polizia di Arezzo, giunti sul  posto, lo arrestarono. In stato confusionale, è stato portato in Questura e subito sottoposto ad interrogatorio, nel corso del quale l'uomo confessò il duplice omicidio delle donne. Sul posto il pm di turno Marco Dioni, gli uomini della Squadra mobile aretina guidati da Sergio Leo e la squadra sopralluoghi della scientifica per i rilievi di legge. 

Profondo sconcerto ad Arezzo per il duplice omicidio consumatosi in via Benedetto Varchi: il 19 aprile 2023 venne organizzata una fiaccolata, fu indetto il lutto cittadino ad Arezzo per il 21 aprile, giorno dei funerali delle vittime celebrati dal Vescovo.

A metà ottobre l'avvio del processo a a carico del 38enne: no al rito abbreviato

Hicham, nel corso della prima udienza del processo a suo carico, celebrata 15 ottobre 2023, consegnò ai giudici una lettera in cui si dichiarava pentito per l'accaduto e ha chiesto l'accesso alla giustizia riparatoria. L'avvocato della difesa, Maria Fiorella Bennati aveva chiesto in primo luogo il rito abbreviato, che prevede uno sconto della pena, ma la Corte bocciò la richiesta, poi la strategia per evitare l'ergastolo: "sta assumendo farmaci antipsicotici e antimaniacali in seguito a episodi deliranti", con l'intento di dimostrare l'incapacità di intendere e di volere o il vizio parziale di mente. I figli di Sara, per tramite del tutore, il nonno Enzo, si sono costituiti parte civile. 

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